L'analisi della struttura, che ci permette di comprendere
l'andamento della rappresentazione, pone in rilievo il ruolo delle icone,
a questo punto paragonabili al ruolo dell'attore sullo stage. Se è
vero che al pubblico bisogna saper spiegare prima agli occhi poi alle
orecchie, tutte le icone, i menù che appaiono, etc. rispondono
alla prerogativa comportamentale richiesta per gli attori, anche la
parte legata al linguaggio, compresi i gesti. Le icone sono gli "attori"
del nostro schermo, e gli si assegna una logica: per esempio, carichi
il programma compare l'icona, se clicchi sulla stessa icona, succederà
una qualche azione. L'attore a teatro allo stesso tempo, rappresenta
un carattere, e ci regala un atteggiamento, questo deve avvenire anche
sullo schermo dove l'icona rappresenta un carattere, dunque una complessità
di azioni. Da una prospettiva comportamentale, lo stesso deve avvenire
per i comandi, per esempio passi sopra il mouse all'icona e questa si
ombreggia, se la clicchi due volte lancerà il programma.
Se
questo è vero allora la complessità degli attori in scena,
che identificano la rappresentazione equivalgono alla complessità
delle icone, e dunque delle azioni che possiamo svolgere sullo schermo.
Tutto ciò che oggi abbiamo è frutto di attenti studi del
comportamento umano, si può parlare di una continua umanizzazione
del rapporto uomo- macchina.