Per Rousseau il linguaggio è il frutto di una degenerazione della specie. Esso sarebbe qualcosa di connaturato all'uomo e sorto in base ad un accordo sociale. Rousseau, inoltre, nel suo Essai sur l'origine des langues e nel Contratto sociale, mette in relazione il linguaggio e la musica, nel senso che anche il linguaggio è un espressione di un contenuto emotivo e passionale a cui corrispondono segni. L'Enciclopedia di Diderot e D'Alembert rappresenta un complesso lavoro semiotico, non teorico ma pratico. I termini raccolti, e le loro interconnessioni, sono una dimostrazione di come una cultura sia composta da un sistema di segni e dai loro rapporti. Nell'Enciclopedia si trova una classificazione della conoscenza umana suddivisa in varie parti che rinviano a sottosistemi di ordine semiotico che compongono il tutto, come i segni prosodici, i costrutti e la sintassi. Per Condillac la conoscenza e la filosofia si basano sul potere analitico del linguaggio. Per spiegare dunque la facoltà cognitiva dell'uomo è opportuno spiegare la genesi e la struttura dei segni, e nel saggio La langue des calculs (1798) difatti scrive: "Ogni lingua è un metodo analitico, ogni metodo analitico è una lingua"