Mass-media & Sky:

sembra magia, ma non lo è, e grazie ai mass-media la star diventa un piatto da re!

"Ho fatto quello che mi hanno detto di fare e sono diventata una star"

Lucille Ball

Stiamo per iniziare un viaggio negli spazi della celebrità e nei meccanismi che la sostengono. Siete pronti? Ve la sentite? Allora allacciate le cinture e via, si parte!
Da un lato potrete ammirare un pubblico con dei bisogni-sogni e dall'altro i media che colgono questi bisogni, li diffondono, li rilanciano, li amplificano creando così una spirale di emozioni che coinvolge un numero di persone in un crescendo costante. I media infatti fanno leva sui nostri sogni più intimi e radicati, creano in noi false necessità e aspettative alle quali rispondono con una scuderia di stereotipi fatti su misura. E così ci troviamo abbagliati dall'ultima stella del varietà o dal cantante che traduce in musica esattamente quello che sentiamo. Il loro savoir faire, il loro carisma ci tiene incollati davanti allo schermo o ci spinge a percorrere chilometri pur di vederli. Ma che cos'è il carisma? Un tempo si credeva fosse un dono divino, una grazia fatta dagli dei a pochi eletti. Oggi invece gli esperti di marketing e pubbliche relazioni ritengono si possa costruire il carisma, ridisegnarlo, integrarlo ponendosi come obiettivo e punto di riferimento il pubblico. Quello che un tempo veniva visto come volere del destino, oggi può essere programmato: si stanziano budget per la promozione dei personaggi dello spettacolo allo stesso modo in cui vengono stanziati per la promozione di prodotti commerciali. Ma perché? Perché cos'è mai il mondo dello spettacolo se non un grande centro commerciale dove tutta la merce è esposta in vetrina e il pubblico può scegliere quale prodotto comprare semplicemente schiacciando il tasto del suo telecomando? "There is no busisness like show busisness" cantava Marilyn Monroe in un suo film e niente di più vero è mai stato detto nei riguardi di questo grande circo equestre che è l'industria dello spettacolo! E state sicuri che quando scoprono una formula per attirare l'attenzione e influenzare le scelte d'acquisto dei più ampi segmenti del pubblico, i media la abbandonano soltanto con grande riluttanza, ammesso che lo facciano. Per questo motivo la capacità di trasformare le persone in celebrità è diventata sempre più sofisticata : al giorno d'oggi vi è una vera e propria industria che gestisce la trasformazione di sconosciuti in star, cambiando virtualmente ogni lato della loro personalità, del loro aspetto e del loro carattere. L'industria non agisce per capriccio ma per disegno che ha come fine ultimo un cospicuo quanto sicuro profitto. E in una sorta di delirio di potere, i maghi dell'immagine creano nel pubblico dei bisogni del tutto artificiali. Gli esperti in marketing, i pubblicitari, gli agenti e i produttori di spettacolo considerano la costruzione di celebrità come un'attività creativa che porta profitto, sono interessati a tutto ciò che può essere commercializzato. Il rovescio della medaglia è che il divo rischia di diventare ostaggio dei suoi manager, del suo pubblico e di tutti coloro che attraverso di lui vogliono vendere dei prodotti. Il personaggio celebre infatti non è che uno pseudo-evento umano costruito dai media con l'intento di soddisfare le nostre aspettative. E in questa società traboccante di pseudo-eventi, ognuno può diventare una celebrità, basta che finisca sulla media e ci resti. Ma qual è il segreto per essere baciati dalla Dea Mediatica? Cogliere gli specifici bisogni del pubblico, la storia giusta, il momento giusto nonché il giusto scenario et voilà la celebrazione dei media eccola qua! Si dice che il pubblico-massa è inconsapevole che non conosca i retroscena dello show busisness, ma è realmente così? Si potrebbe avere paura a realizzare il potere e lo spazio di manovra di cui dispongono quanti operano nel campo dello spettacolo, della pubblicità, del people marketing, quando creano eventi o propongono dei personaggi ad un pubblico, pubblico che, per natura, non vuole essere spaventato. E dal punto di vista dei media un pubblico omogeneo, poco esigente e passivo è preferibile ad un pubblico raffinato, di nicchia e attivo. Sarà per questo che proprio loro non mancano di fornirci nuove identità e nuove aspirazioni su ciò che dovremmo essere e voler apparire? La celebrità viene confezionata e potenziata allo scopo di rappresentare, dirigere, forgiare i gusti e le opinioni del pubblico. E c'è da parte dei maghi dell'immagine, dei costruttori di personaggi, degli esperti in pubblicità, un lavoro continuo di ideazione, ricostruzione, modifica e adattamento in base ai feed-back dell'audience. Ma cosa succede realmente all'interno dell'industria della celebrità? Ecco a voi il back-stage della catena di montaggio!
1) Fase "artigianale": uno sconosciuto si crea da solo una certa visibilità.
2) Fase di "industrializzazione": emergono gli specialisti (agenti, manager, pubblicisti, allenatori professionisti, ecc…) che valutano il talento degli aspiranti divi, cercano di svilupparne il potenziale, di sollecitare l'interesse di chi gestisce locali dove questi possano esibirsi, contrattano compensi, stipulano contratti, ecc…
3) Fase "industriale": l'attività degli specialisti diventa più sofisticata. Appaiono nuove figure professionali (costumisti, fotografi, stilisti, visagisti, psicologi, analisti, esperti di marketing, in pubbliche relazioni, in comunicazione) pronti a prestare assistenza durante il processo di trasformazione di persone sconosciute in celebrità.
4) Fase di "commercializzazione": gli aspiranti alla celebrità sono lanciati sul mercato con metodi simili a quelli usati per lanciare un qualsiasi altro prodotto commerciale, ovviamente promossi dai media e celebrati come star sebbene ancora non lo siano. Ma l'importante non è essere perché, come sentenzia Debord (1967): "Ciò che appare è buono, ciò che è buono appare", lo spettacolo non dice niente più di questo.
E se un tempo gli aspiranti al successo venivano scoperti de qualche talent-scout, oggi vengono "allevati" ed il processo di trasformazione è sempre più precoce. Vivai di star, proprio come quelli di pesci d'acqua dolce: pronti per essere pescati! Ma allora perché non tutti possono essere star? Alcuni parlano di un "quid" che fa la differenza, ma l'obiettivo che si propongono coloro che lavorano dietro i personaggi dello spettacolo è di ridurre l'area del mistero, di capire in che cosa consiste il "quid"che porta al successo alcuni personaggi e non altri e che cosa bisogna fare per promuovere il successo . Non sarebbe da stupirsi se tra poco uscisse sul mercato la pillola della celebrità! Sì perché la nostra è l'era della propaganda, propaganda che non si prefigge di convincere il destinatario con argomenti validi, ma di trascinarlo il più rapidamente possibile verso una posizione o un punto di vista, facendo appello agli istinti e alle emozioni. E il lavoro dei media sta anche nell'alimentare il rapporto che c'è tra la vita della gente comune e quella delle celebrità, divario che va ingigantendosi a causa di un nuovo stile di vita basato sul consumo e diffuso dall'industria dello spettacolo. Ma perché il pubblico non si risente per le cifre esorbitanti percepite dai loro beniamini? Perché non si può fare! Sarebbe un po' come demolire il castello del re, togliere la bellezza a Biancaneve o il cavallo bianco al Principe Azzurro. Non si possono detronizzare i propri sogni o quello che ne resta dopo la morte del divismo hollywoodiano. Tutto infatti ebbe inizio nella Hollywood degli anni Venti, agli albori del cinema, con la nascita dello Studio System e da allora, mentre il pubblico crede di sognare, chi muove i fili non smette di guadagnare.