Nella Nigeria meridionale una comunità,gli Ogoni, sta sostenendo una campagna contro i danni all'ambiente e alle risorse agricole causati dalla compagnia Shell, rivendicando adeguati risarcimenti per la distruzione della terra e dei raccolti.
Nell'ottobre 1990 ci fu un massacro, dove furono uccise ottanta persone. Il popolo Ogoni, il 4 gennaio 1993, fece una marcia di protesta contro le attività delle compagnie petrolifere con migliaia di partecipanti, compresa la Shell, che avevano lasciato acque inquinate, terreni devastati, eruzioni di gas naturale in combustione 24 ore al giorno, e oleodotti che attraversano i villaggi. Essi considerano il petrolio estratto dalle loro terre negli ultimi 30 anni di loro proprietà e chiedono una percentuale ed un risarcimento per il degrado ambientale. Nel 1993 un Ogoni fu ucciso ed altri 11 feriti dalle forze di sicurezza nigeriane mentre protestavano per l'istallazione di un oleodotto attraverso le loro terre.
Nei 10 anni trascorsi, la Shell ha riversato più di 5,6 milioni di litri di petrolio in Nigeria. Nel 1990 la Shell fu multata per l'eruzione di gas, ma continuò tale pratica, causando problemi di salute nei villaggi Ogoni. Nel giugno 1993 impiegò più di 50 giorni per tamponare una falla di petrolio dalla rottura di un oleodotto.
Lo scrittore nigeriano Ken Saro-Wiwa, Premio Nobel Alternativo per la Pace e leader del Movimento per la Sopravvivenza del Popolo Ogoni (MOSOP), chiede da anni che i proventi dell'estrazione petrolifera nello Ogoniland rimangano almeno in parte nel Rivers, uno degli stati più poveri, è stato percosso, arrestato e imprigionato il 22 maggio 1994. E' accusato di aver incitato dei membri del suo movimento a uccidere quattro importanti rappresentanti degli Ogoni. Saro-Wiwa è noto per il suo impegno pacifista, e nega ogni accusa. Amnesty International ritiene inoltre che Ken Saro-Wiwa sia un prigioniero per motivi di opinione, e che il suo arresto faccia parte del disegno repressivo nei confronti della popolazione Ogoni, che sta lottando duramente contro i danni causati dalle compagnie petrolifere.
Il 10 novembre 1995 Ken Saro-Wiwa è stato impiccato dal regime nigeriano insieme ad altri otto militanti del movimento degli Ogoni, nonostante le pressioni dell'opinione pubblica internazionale. Secondo Greenpeace questa uccisione rimarrà per sempre nella storia di questa multinazionale macchiando il proprio nome. La Shell possedeva filiali in Brasile, Colombia, Egitto, El Salvador, Guatemala, Honduras, India, Indonesia, Iran, Kenya, Liberia, Mali, Messico, Marocco, Papua Nuova Guinea, Perù, Filippine, Senegal, Siria, Turchia e Uganda. Nel 1991 la multinazionale violava il codice di condotta della Comunità Europea, pagando ai lavoratori neri del Sudafrica dei salari inferiori al minimo legale. Inoltre è una delle tre multinazionali coinvolte nella causa intentata da 500 contadini del Costarica resi sterili dai pesticidi. La Shell e la Dow Chemical avevano sviluppato e prodotto un pesticida, che è proibito negli U.S.A.,lo DBCP e che ha causato la sterilità nei lavoratori delle piantagioni di banane. La Shell e la Dow Chemical hanno bloccato il processo nel Texas per 7 anni. Negli U.S.A. la Shell Mining Co. era nel 1989 una delle cinque imprese minerarie con le peggiori misure di sicurezza. Secondo un rapporto dell'ottobre 1991, una vasta area di foresta tropicale intatta è minacciata da una serie di 10 dighe idroelettriche, progettate per fornire energia ad un complesso di miniere di bauxite e fonderie di alluminio nel Parà, in Brasile. La miniera di bauxite è il primo di molti progetti minerari in Amazzonia, ed è controllata da ALCOA (U.S.A.) e da una filiale della Shell, Billiton. La fonderia della miniera userà energia proveniente dalla diga Cachoeira Porteira, che inonderà 911 Kmq di foresta tropicale, compresi alcuni villaggi dell'Amazzonia. La diga inonderà anche terre abitate da 23 gruppi di popoli indigeni, alcuni dei quali non sono ancora venuti in contatto con l'uomo bianco. Secondo Survival International, la Shell è coinvolta nelle ricerche di gas naturale sul fiume Camisea in Perù, sulle terre degli Indios Machiguenga, vicino alla zona degli Indios Kugapakori, non ancora contattati, e quindi vulnerabili alle malattie. Nell'agosto 1989 la Shell è stata accusata di aver provocato un'eruzione di petrolio alla raffineria di Stanlow. Fuoriuscirono 37.500 litri di petrolio greggio, inquinando 20 km dell'estuario del fiume Mersey. Nel primo processo la Shell ebbe una multa di 1 milione di sterline e giudicata incapace di "compiere il proprio dovere di rispetto dovuto alla comunità". L'Autorità Nazionale dei Fiumi affermò che la Shell era più preoccupata di salvare l'oleodotto che non di impedire la perdita. Nel 1990 la Shell ammise di aver scelto una zona in Thailandia per una piantagione di eucalipti perchè sarebbe stato relativamente economico sfrattare e risarcire più di 4.000 indigeni. Fu consentito agli agenti della Shell di usare la corruzione e le minacce di violenza per indurre gli indigeni a lasciare le loro terre. Nel 1992, la raffineria Stanlow a Ellesmere Port era all'undicesimo posto nella lista di Greenpeace dei 50 impianti industriali più 'sporchi', autorizzata dalla NRA a scaricare rifiuti tossici nell'ambiente marino. Fu scoperta ad inquinare illegalmente su 42 dei 275 campioni di acqua prelevati dalla NRA. Fu scoperta anche a scaricare tre sostanze chimiche proibite senza autorizzazione.
Nel 1993, la British Lead Mills era membro del Forum Nucleare Britannico, ed era fornitore di contenitori per materiale radioattivo.
La Shell è coinvolta nella produzione di tessuti da mimetizzazione tramite Don & Low, e solventi, resine e altri prodotti con la Shell Chemicals. La Shell inoltre fornisce carburante alla marina ed alle forze aeree.
Nel 1993 la Shell, su richiesta legale, ha testato veleno per roditori su animali, ed anche altri prodotti chimici come detergenti e anticongelanti prevedono test su animali.
Nel giugno 1993 la Shell interruppe gli accordi per riconoscere i diritti dei lavoratori ad essere rappresentati dai sindacati, nella raffineria Haven nell'Essex. Il sindacato TGWU lanciò nell'agosto 1993 il boicottaggio della Shell, finché non saranno restaurati i diritti democratici dei lavoratoria Shell di continuare le trivellazioni nell'Ogoniland: lo sterminio degli Ogoni