LATIN GUERRILLAS E PUSSY CONVENTIONS

Per venire finalmente in Italia, mi sembra giusto ricordare l'unica valida scrittrice di narrativa cyberpunk : Isabella Santacroce con i suoi libri Fluo, Destroy e Luminal. Il gruppo di donne di Decoder, chiamato Cromosoma X con Rosa Braidotti hanno fondato il primo magazine cyberfemminista italiano "Fikafutura", ottimi articoli, argomentazioni che spaziano dall'arte alla politica, sempre improntate di umorismo e sano cinismo uterino, come il grandioso fumetto "Feti in Faccia". Tra i bios e biotecnologie, interviste a Kathy Acker prima della sua scomparsa, Donna Haraway , identificazione di rifiuto maternità come crimine del sovrappopolamento mondiale, richiamo alle madri consapevoli di un potere antico e non nucleo patriarcale dove il gusto sessuale è scelto dalla civiltà e così il dominio sul proprio corpo. Recensioni, libri, fanzines, bands, cybersex al femminile ecc..., purtroppo smesso di stampare dopo appena qualche numero. In Italia c'è anche la DW Press O Women's Press Agency, le guerriere del cyberfemminismo editrice Shake, punti di disaccordo e critica editoriale con la VNS Matrix, nell'idea generante che si riconduce a macchina o essere cyborg, di u punto di riflessione tra l'essere queer e cyberfemminist e offre spazio per interventi teorici e pratici,
La Braidotti ha comunque dato un grosso contributo al movimento anche con dichiarazioni e convegni. Al primo convegno sul cyberfemminismo avvenuto nel 1997 a Kassel in Germania, gli interventi più interssanti oltre a quello di Donna Haraway e Sadie Plantsono stati appunto quelli della Braidotti. La Haraway cita appunto dal suo Manifesto che il problema è che i Cyborg sono figli illegittimi del militarismo e del capitalismo patriarcale oltre che del socialismo di Stato. Ma i figli illegittimi sono spesso estremamente ribelli alle loro origini, i padri in fondo non sono essenziali.

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Sadie Pland definisce il cyberfemminismo come un'insurrezione post umana, una rivolta emergente che coinvolge donne e computers contro la materialità reale del mondo e il suo patriarcato che cerca ancora di sottometterci , il computer è quindi un'alleanza dello "strumento" donne e macchina verso il "padrone" uomo.
Questa visione utopica di rivolta si ritrova anche nel già citato Matrix's Cyberfemminist Manifesto, che dice: "Noi siamo il virus del nuovo mondo disordine/rottura il simbolico sabotatore delleo schermo del grande padre, il clitoride è la linea diretta del Matrix".
I discorsi più interssanti e più positivi si hann oa questo convegno dalla Braidotti che sostiene che il cyborg ha bisogno di coltivare una cultura di gioia e affermazione.
Le donne devono intraprendere una danza nel cyberspazio ma solo con la sicurezza che la gioia dei cowboys non riproduca un inequivocabile fallocentricità sotto una maschera di molteplicità.
La Braidotti rifiuta il femminismo Old School anni 70, il "politically correct" asessuato, eppure adotta spesso il
separatismo che anche secondo me a volte è necessario: non dobbiamo chiedere il permesso sottovoce, vergognandoci di volerci vedere solo tra donne. Anche lei supporta i movimenti giovanili e la comunicazione di base, non solo nel cyberspazio ma anche fuori, strategie e politiche consapevoli, usi di queste tecnologiepossono facilitare il lavoro di un movimento di transizione per filtrare un assalto ai Networks attraverso femminismo attivista, progetti di solidarietà , educazione, libertà , visione e resistenza e per creare effettivamente una solida politica femminista le cyberfemministe devono coalizzarsi fra loro e con altri gruppi di supporto per una linea unitaria.

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