-MUSICA ELETTRONICA

.programmazione

Pietro Grossi programma Senza logica, affidandosi cioè alla casualità, o meglio ad una pseudo-casualità, in quanto questa rimane sempre entro certi limiti: qui nasce la questione della composizione automatica, grazie alla quale, progetta e realizza vari programmi con l’intento di porre l’operatore in condizione di controllare i processi creativi nella misura desiderata: dal controllo totale al parziale, fino alla totale discrezione del programma stesso. Concepisce il programma in modo da poter ottenere per un certo periodo di tempo altezze generate in un dato ambito frequenziale e fa si che questo ambito cambi di seguito, ad intervalli regolari. Si ottengono così modulazioni che, grazie alla cosiddetta casualità, un essere umano non avrebbe mai concepito allo stesso modo. Il risultato è quello di un lavoro finito solo apparentemente perché la direzione scelta dal calcolatore comporta innumerevoli varianti. Grossi si rende conto che il computer impiega meno tempo a preparare i dati di quanto ci metta a suonarli, si possono quindi progettare programmi in modo tale da alternarne l’elaborazione dati e le loro esecuzioni senza interruzione apprezzabile dal nostro orecchio. Così nasce il programma Kronos, il programma che “prevede il futuro”: capace infatti di dirci, in un secondo e mezzo, cosa avrebbe fatto il calcolatore un anno dopo se avesse continuato con la medesima elaborazione; dato un programma che lavora in automatico, se noi assegniamo inizialmente certi parametri, quale sarà il risultato dell’elaborazione dopo un certo tempo determinato? Supponiamo che qualcuno voglia sonorizzare un ambiente per cinque dieci giorni; grazie a questo programma potrebbe sentire dopo solo un’ora o due l’intera evoluzione sonora. Naturalmente tutto cambia se si cambiano le condizioni iniziali.

Sviluppa inoltre dei programmi che consentono di prelevare anche un solo centesimo di secondo di musica da un pezzo qualsiasi, o tanti centesimi da vari pezzi e metterli insieme. Una volta che si hanno i dati in memoria, ossia si conosce la loro posizione all’interno della memoria, vengono usati prima in un modo poi in un altro e così via. Si può inoltre cambiarne le frequenze e la durata a piacere, si comincia a prelevare dall’archivio di musica la parte di brano che ci interessa e si elabora a proprio piacimento.

Quando Grossi fa musica programma in prima persona. E’ lui che realizza il programma per far fare musica al computer, rendendosi così totalmente libero di dare le istruzioni che vuole.

Fino al ’69 si programma su schede perforate mentre nel ’70 assistiamo ad un grande cambiamento con l’avvento della tastiera e dei calcolatori 360/67.

Nel ’70 Grossi si reca per la prima dimostrazione, alla Biennale, per  presentare i primi programmi  preparati a Pisa ed utilizzati per gestire il computer come elaboratore ed esecutore diretto, naturalmente con dei limiti estremi, ma con delle possibilità enormi:

“Il primo, almeno in Italia, esempio di musica a distanza e di trasmissione telematica, l’abbiamo realizzato nel 1970. Presentammo i primi programmi di elaborazione, di composizione e di esecuzione di testi classici alla Biennale di Venezia, sempre con l’onda quadra, ed un mese dopo facemmo la prima esperienza tra Rimini e Pisa. Cominciavano ad esserci i terminali a tastiera.”

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