-GROSSI COMPOSITORE

. Vita Musicale Contemporanea

Dopo il diploma di violoncello Grossi consegue anche il diploma di composizione. Cimentandosi con la scrittura strumentale compone prima alcuni brani di stampo scolastico e in seguito lavori come il Concerto per Orchestra (1953), i cinque Pezzi per Archi (1958) e le dodici Composizioni per diversi gruppi cameristici (1957-1961); in molte di queste composizioni applica con rigore puntiglioso e in maniera pressoché integrale processi matematici derivati dal calcolo combinatorio, disciplina alla quale si avvicina attratto dal fascino delle infinite possibilità di variazione che gli vengono offerte. Malgrado il loro notevole interesse, sia da un punto di vista musicale che storico, le composizioni strumentali sono state eseguite piuttosto di rado anche in ragione delle loro intrinseche difficoltà interpretative. Nell’arco dei pezzi strumentali cameristici si avverte il progressivo distacco dalle forme del fare musica tradizionale in favore di un concentrarsi su nuovi aspetti del linguaggio musicale: vengono via via ridotte al minimo le indicazioni dinamiche come pure le possibilità di espressione dell’esecutore a favore di una ricerca sostanziale sui movimenti dei profili melodici o sui processi di sviluppo delle possibili permutazioni e combinazioni di una sequenza, di un gruppo di suoni e così via.

Dal 1960 al 1967 nasce, grazie a lui, l’associazione Vita Musicale Contemporanea che costituisce in quegli anni un’alternativa nei confronti del Maggio Musicale Fiorentino e di un certo consolidato costume italiano che aveva ignorato in larga parte, fino a quel momento, ogni forma di sperimentazione musicale. E’così possibile assistere a concerti che portano per la prima volta a Firenze opere e compositori fino ad allora sconosciuti alla maggioranza del grande pubblico; in questo ambito alcune manifestazioni sono anche costellate da strascichi burrascosi o scandalistici. Con questa attività Grossi esercita una sorta di provocazione che contribuisce a fornire ai giovani musicisti il più ampio panorama possibile di informazione sulla musica contemporanea. Sono passati più di dieci anni tra la fine di Vita Musicale e l’inizio di altre associazioni a Firenze. A Roma nasce Nuova Consonanza, ma a Milano, per esempio, iniziative di questo genere, organizzate, non c’erano. Il nome dell’associazione è stato dato dallo stesso Grossi e rappresenta un po’tutte le tendenze, rispondendo all’indirizzo dei programmi. Se fosse stata sostenuta in qualche modo, l’associazione, avrebbe anche potuto continuare, ma a quell’epoca c’era ostracismo; se la stampa avesse aiutato un po’evitando certe recensioni, la cui lettura lascia oggi perplessi e che coinvolgevano addirittura la Biennale: insomma, c’era un’ostentato attaccamento alle tradizioni che cercava di ostacolare le nuove sperimentazioni.

“Nel 1960 mi venne l ‘idea di organizzare dei concerti di musica contemporanea. Prendendo spunto da quello che succedeva nel campo dell’arte contemporanea. Ne parlai anche con un mio collega di Conservatorio, Amleto Manetti che insegnava pianoforte e si offrì di collaborare. Contattai Giuliano Toraldo di Francia per avere un nome autorevole come presidente, andai poi da un avvocato per gli atti necessari alla fondazione dell’associazione. Tra i soci fondatori ricordo Elisabetta Borgese figlia di Thomas Mann, il critico Luciano Alberti, Bruno Bartoletti, Giuseppe Chiari, Dallapiccola…. Cercai finanziamenti e cominciai ad organizzare concerti da camera, gli esecutori erano per lo più giovani studenti del Conservatorio, bravi e volenterosi. Inizialmente proposi concerti per le grandi città: Milano, Roma, ecc, trovando buona accoglienza. Ogni serata prevedeva un ospite illustre: direttori come Vittorio Gui, critici e studiosi come Umberto Eco ed altri. I concerti venivano fatti spesso nella sala del Buonumore del Conservatorio. Curavo personalmente la programmazione artistica,aprendo per quanto possibile a tutto e a tutti.

I concerti erano abbastanza frequentati, grazie anche al biglietto d’ingresso di basso costo ed alle forme di abbonamento. Non mancarono occasioni di accanita contestazione: un concerto con musiche di Bussotti durante il quale gli studenti del Conservatorio volevano addirittura picchiarlo, la serata di musica elettroacustica oppure quella dedicata a Cage, 1965. La stampa era complessivamente ostile (noto invece che ora, passati molti anni i critici parlano bene di questa iniziativa). Qualche contributo lo abbiamo sempre avuto principalmente dall’Azienda del Turismo, ma anche dal teatro comunale e dalla Casa Editrice Buzzichelli, la RAI poi registrava tutti i concerti. Malrado i contrasti riuscivo a portare i concerti fuori Firenze, per esempio a Ferrara dove erano richiesti da Riccardo Nielsen, a Perugia e a Roma su invito della SIMC, la Società Italiana di Musica Contemporanea.

Il primo anno ci fu una serata dedicata ai gruppi romani, i giovani di allora, tra i quali Ennio Morricone e Franco Evangelisti. Tra le serate più curiose ricordo quelle dedicate alla musica sudamericana o ai musicisti dell’est. Erano concerti che, dopo quelli della Biennale di Venezia, costituivano una novità per l’Italia. Dopo nacquero le associazioni romane come Nuova Consonanza e l’Autunno Musicale di Como con Italo Gomez che inizialmente si mosse sulla scia di vita di Musica Contemporanea. Fu un’attività di rilievo cui mi dedicai con una certa intensità coinvolgendo i più giovani e facendo storcere la  bocca ai più anziani.

Nel 1966 ci fu l’alluvione; tutto fu sconvolto, anche il mio studio che era al piano terreno del conservatorio fu danneggiato. Sono andato avanti fino al 1967 quando il mio interesse si era ormai spostato verso l’utilizzo musicale del computer; nessun altro allora si sentì di prendere in mano le redini dell’associazione. ”

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