Il nuovo attore

Unione tra fisicità e sovrastrutture psichiche e culturali

L' uomo da sempre ha sentito il bisogno di comunicare con gli altri,la comunicazione comunque non consiste solo nel linguaggio verbale,si sa che per questo vengono impiegati codici comunicativi differenti,tra i quali il linguaggio del corpo ,che oggi,va oltre ai gesti o alla minica.Il linguaggio del corpo può diventare azzione teatrale,essendo il teatro come struttura uno strumento di comunicazione e di elaborazione di cultura,che può servire a modificare le abitudini mentali e il comportamento degli spettatori,possiamo dire che la nostra società èdiventato teatro,in quanto l'uomo,visto come un nuovo attore, utilizza il proprio corpo come mezzo di espressione artistica e come mezzo di comunicazione. Un nuovo attore, che si differenzia dall'attore che comunemente conosciamo, tra i due ci sono determinate differenze, quest'ultimo è anch'esso una funzione comunicativa, però costruito e regolato in quanto gli scopi di raggiungere sono sempre fini a se stesso.Questi possono essere dapprima, vendere se stesse attraverso capacità interpretative,e quindi creare o costruire un'immagine particolare e originale di se, poi attraverso, che nel contempo ha raggiunto una certa fama, vendere o sponsorizzare qualche prodotto commerciale per un fine che riguarda il fattore economico.Ma prima ad arrivare a questo si devono osservare alcune regole, che possono riguardare la vita di ogni giorno. Nella comunicazione non conta soltanto quello che diciamo,ma anche come lo diciamo, in quali circonstanze, e con quali gesti o movimenti accompagnamo le parole.Questo è fondamentale come abbiamo detto per fini strumentali, con una funzione di controllo, per indurre qualcuno a comportarsi in una certa maniera: si pensi a un uomo politico che svolge una campagna elettorale, o a un commerciante che vende la sua merce, anch'essi in un certo qual modo recitano una parte.Sono anche il modo di vestire, assumere determinate posizioni curando l'aspetto fisico, per essre e fornire un'immagine in sintonia con gli altri.In tutto questo ci sono dei 'copioni' da seguire, e chi è più bravo riesce a calarsi dentro con tutto se stesso, e a farvi calare gli altri, avendo grande successo sociale, individuando che cosa è gradito agli interlocutori anche gestondi situazioni d'incertezza.Ancora è importante conformare il proprio comportamento alla situazione sociale, per realizzare un certo disegno.Inoltre bisogna avere una certa influenza, per attrarre e sedurre gli altri, queste forze nella nostra società vengono utilizzate su larga scala, per orientare i comportamenti, le idee e i consumi. Nuovo attore è quell' uomo dirottato verso un'esperienza tecnomutativa , nato nelle sperimentazione nella body art negli anni sessanta e sviluppatosi poi negli anni settanta , che presenta un corpo dalle diverse contaminazioni e funzionalità imprevedibili, spodestato dalla sua identità con una nuova soggettività mutante.E' qui che la performance pratica limite della body art, assume un'importanza fondamentale nel rinnovamento della sensibilità estetica.

Il nuovo attore, artista della body art è ossessionato dalle potenzialità fisiche, che utilizza il proprio corpo come mezzo d'espressione artistica: l'azione sottolinea le funzioni di esso e delle sue parti, servendosi di mezzi di riproduzione meccanica (fotografia, video o film), nell' intento di documentazione, e di indagine penetrante, l'azione si risolve in una serie di esercizi che presuppongono una lunga preparazione e un'attenta analisi. A questa dimensione fredda si oppone un versante comportamentale più dura: il corpo vissuto come luogo di azioni di sadomaso, come soggetto-oggetto di azioni aggressive violente.

Il performer è quindi il nuovo attore che arriva ad azioni fisiche estreme, violente e crudeli; è una sorta di psicosi nichilista che" deve arrivare alla forma embrionale della materia, per poter ricominciare dal punto zero della storia dell'arte. Questo stato embrionale della materia viene intravisto nel corpo:il proprio e quello degli altri.Lo scopo è riattivare e provocare artifificialmente, tramite l'attività corporea una tensione uno squilbrio emotivo del fruitore.La crudeltà delle performances degli anni settanta, è una risposta alla crudeltà del reale.

 

Performances anni sessanta, settanta, novanta

Le performances segnarono un' effettiva rottura con la tradizione, iniziando a rivoluzionare i prodotti dell' arte per mettere in scena lo spettacolo del proprio se'.Come abbiamo già detto, le performances degli anni sessanta settanta cercano di coinvolgere con le loro"presenze artistiche", tutti i mezzi disponibili:cinema, televisione,teatro,fotografia,gallerie d'arte.Moltissime performances hanno come soggetto il corpo, in tutte le sue manifestazioni terrene-transessuali, amore e odio, narcisismo.Le tecniche d'uso per realizzare una performance sono condizionate dal soggetto.Essa viene sempre spiegata dal linguaggio dei gesti o da alcuni oggetti in "scena ". Il performer deve far capire al pubblico i codici linguistici che potrebbero risultare incomprensibili .Possiamo distinguere performances eseguite in un palcoscenico teatrale e altre in una galleria d'arte. Le prime si trovano ad esprimersi in un ambiente dal codice rivelato, o anche con diverse variazioni, le seconde si esprimono in dei contesti dove gli è necessario usare altri mezzi (voce-corpo). Nelle gallerie d'arte, le performances risultano limitate, comunque la loro rappresentazione al di fuori di quell'ambiente,risulterebbe stupida, perchè ha senso solo in quel preciso contesto culturale.Ci sono performances che hanno annullato la gestualità teatrale e la recitazione solo per creare azioni di disturbo, violente e fortissime, ma capaci di rivelare il grado di anestesia a cui possiamo sottoporre il nostro corpo.E' propio cosi' che si distingue il performer da un ballerino: per la sua introspezione interiore.Una performance spiega un qualcosa che va oltre, mettendo in risalto i lati nascosti e i diversi significati che puo' assumere: è una specie di esame diagnostico del proprio corpo-essere.Altro elemento fondamentale delle performances è l'annullamento del tempo.Lospazio diviene una componente essenziale.Anche se non c'è un palcoscenico, una pedana, c'è sempre una sala, dove agire ed essere visti dal pubblico .Se l' ambiente è spoglio si crea una grande dimensione audio- visiva che annulla lo spazio fisico.Si riesce a formare uno spazio essenziale che agisce sugli organi sensori.Può sembrare che il confine dell' uomo non coincida con quello del proprio corpo.I protagonisti diventiamo noi e tutte quelle azioni violente e di autolesionismo diventano insopportabili,perchè è una paura inconscia che quella violenza ci abbia riguardato.se però il performer si sposta da un luogo all' altro della sala,entra in gioco la fisicità corporea,che ha il sopravvento.Il corpo a corpo che c' è richiama all' azione,coinvolgerebbe una parte di pubblico se esso non ci lasciasse condizionare dallo "spazio" e dalle altre persone presenti che non conosce.Alcune performances hanno avuto insuccessi perchè richiedevano la collaborazione finale del pubblico,che però nonriusciva ad entrare in scena.Ciò è dovuto ad un tipo di educazione che riuscita a suddividere in categorie non solo il corpo ma pure gli spazi.

Il corpo è il protagonista principale delle performances perchè vogliono esprimere la rottura con il compiacimento estetico del corpo,che il teatro,è soprattutto la danza ci hanno tramandato.Si parte da uno studio del proprio corpo,con ritorni allo stato infantile o prenatale,creando a volte la perdita del proprio se,con auto-mutilazione.Il corpo viene così liberato in tutte le sue manifestazioni più intime,espresse in pubblico in modo violento.Per questo,questo genere di performances diviene insopportabile in pubblico.Il corpo cerca di sfuggire alle coercizioni più severe,alle censure,e vi si accanisce:ciò spiega la follia distruttiva.Non riuscire a "superarsi" fisicamente significa sottolineare il proprio sè creando traumi. Per superarsi bisogna provare dolore.

Queste performances possono essere una presa di coscienzadel proprio corpo,facendolo uscire dalla "contemplazione"per farlo entrare a far parte di quella "morfologia dell' essere",che è alla base di ogni indagine esistenziale.Alcune performances si pongono il problema della morte,che è stato spesso modello primario di alcune rappresentazioni artistiche.Nelle performances la si invoca,la si vive per spiegare il confine "ultimo"del proprio corpo.Lesionismo e autolesionismo rappresentano, non come molti credono , " prove di resistenza", ma una non sopportabile visione della morte, che ci angoscia. Queste rappresentazioni però non sono in grado di rimuovere tali angosce. Invece ci sono performances che mettono in azione il carattere ludico e infantile che persone adulte prolungano. I performere sono artisti che evadono e che vogliono rappresentare " la propria visione del mondo" in modo diverso dal solito" far arte".

La performance degli anni 90 invece si afferma come dislocamento di corporeità, lasciando la dimensione ritualistica e intimistica dell'inconscio molecolare degli anni 70, tesssendo una dimensione inorganica, una smaterializzaaione della carne, che arrivata alla sintesi, diviene manipolazione, alterazione, trasformazione del se: il corpo performatico degli anni 90 offre, uno sconfinamento estetico che diviene connessione satellitaria. L'ossessione del corpo è salita con una stressante psicosi di morte, soprattutto con la scoperta del virus dell'AIDS, che ha determinato il ripensamento e il riattraversamento del pianeta corpo.

La grande paura ha giocato un ruolo fondamentale all'interno dei meccanismi relazionali e sessuali. Più che in altre parti del mondo, negli Stati Uniti la riflessione ,intorno al mutamento del corpo, è stata più fortemente recepita, forse per la pesantezza con cui la metastasi virale ha coinvolto e paralizzato il comportamento sociale. E' quindi ovvio che l' attenzione verso il corpo abbia mantenuto una sua centralità all'interno del soggetto. Soggetto che si sta ripensando nell'ampio dispiegamento che le nuove tecnologie offrono, per una nuova architettura interna.La ristrutturazione del se implica una mutazione copntinua e profonda. Nel futuro postumano gli artisti potranno essere coinvolti nella ridefinizione della stessa esistenza. La performance statunitense, nella sua manifestazione contemporanea non presenta nessuna connotazione specifica, tranne la sua schizzofrenia vitale, la sua fluttazione frammentaria. La figura del performer assoluto è ormai cancellata, ne restano i sussulti di

azioni comportamentali che ne ritracciano l'identità. La performance, ha cambiato pelle, staccata dalla sua violenza inconscia, salta qualsiasi legame con la teatralità o con la ritualità,

e con l'organico come materia privilegiata. La performance si è abbandonata alla seduzione dell'inorganico, nella convinzione che il corpo sia precipitato nell'artificiale.La disgregazione del corpo, ormai scisso tra carne e macchina rappresenta la metamorfica riaggregazione della società. Questa nuova performance scavalca l' intimità passionale del corpo anni 70 e si amplifica socializzandosi.

 

Artaud

Scontro tra vita e finzione

Teatro violento

Artaud fu un procursore dell' azione.della performance,il suo lavoro si può definire "corporal-mentale"sulle arti figurative.Artaud vive il dolore sulla propria pelle senza nessuna limitazione affinchè il dolore possa congiungersi con la sua esperienza di passaggio nelle arti e altre arti.Vuole dimostrare come il dolore vivo del corpo può annullare la parola,il linguaggio prende consistenza negli squarciamenti, nelle ferite.Questa forma di teatro che lui definisce passaggio esistenziale,non va ritenuto una negatività,ma una spiccata riflessione sul corpo.Nella sofferenza Artaud,vule rappresentare una proposta teatrale che supera lo stesso teatro,"un teatro della crudeltà"che coinvolge l' esperienza diretta ,della vita,che non il pensiero fine a se stesso.Nella sua cella di manicomio,Artaud,urlava,invocava un teatro così violento che nessun uomo avesse provato potesse mai sopportare le violenze.Artaud auspicava un teatro violento,ossessivo,dove la violenza creasse un linguaggio genuinamente fisico,privo di parole,ma fattodi segni.Per questo si riallaccia alle arti figurative,muse ispiratrici del suo "teatro muto",dove mescola tutto,la sua esperienza di scrittore sulle facoltà materiali dell' essere,il senso,la storia,la metafisica,il divenire dell' io e dell' esistenza.Artaud è un grande pensatore,saggista e critico,ispiratore di una corporalità concettuale da collegare alle arti visive e quindi all' immagine.

In questo "suo teatro",non può trascurare "il passaggio"della vita,delle cose che implicano la dispersione, la morte.Artaud da un lato accetta l' esistenza di un al di là ,ma dall' altro si riconosce ateo,da consumarsi nella vita stessa.Crede in una morte rigenerativa,ma anche in una morte espropriata.Però su una cosa è certo:l' innovazione sta dalla parte della materia che crede a se stessa,dove il suo unico valore è la forza fisica.Questa riflessione sul corpo, sulla fisicità,sta a significare una voglia di scoprire l' identificazione,sta a significare la scoperta interna di un corpo immateriale,un corpo che danneggiato dal dolore fisico faccia ricercare un' altra identità che potrebbe essere anche metafisica.

Ritornando alle arti come sue ispiratrici,lui si dedica al disegno,alla pittura,per ricercare quella "scultura nella vita"che diviene azione teatrale,dove lo spazio mentale diviene fondamentale.L ' artista marsigliese ha cercato sempre di modificare radicalmente la personalità umana,cercando di dargli una diversa integrità.Si tratta di un principio vitale che si rinnova in una continua trasformazione.Nel suo "teatro della crudeltà" intende riproporre tutti gli antichi mezzi magici in grado di raggiungere la sensibilità.Ecco che si ritorna sul discorso dell'identificazione, sull'autenticità,sulla forza che non consiste in un elemento psicologico umano, perchè attraverso le performances, il comportamento va oltre ogni psicologia umana.L'attività teatrale di Artaud presenta vari insuccessi perchè i pochi spettatori non riescono a comprendere quel gioco sottile della crudeltà.Le idee del suo teatro vanno oltre il teatro stesso. Il teatro della crudeltà trasforma il teatro della parola, dei gesti,dell'immagine,dove diversi mezzi s'incontrano su un territorio comune e dove si ha una presa di coscienza di forme e di sensibilità coniugate. Il lavoro di Artaud tende a superare un mentalismo esasperatyo anche se svolge su un paesaggio mentale che in una pratica riuscita. Artaud sostiene che il teatro si incammina e si ferma nel luogo in cui ilo teatro stesso è abolito, cioè, abolire il testo scritto per passare a un linguaggio fisico e concreto. Egli crede in un testo capace di muoversi nello spazio della scena che si afferma nella pratica mobile e materiale dell'azione. "Il solito testo" annulla la fisicità che è cosa fondamentale dell'evento. Ci si potrebbe collegare ad Appia e Craig, ma Artaud definisce una fisicità violenta, un rifiuto costante della forma e del testo, c'è una certa infiormalità, un segno informe che ha introdotto l'elemento delle performances.In Artaud si coinvolgono le componenti del divenire, della fatalità, del caos, affinchè le forze del caos stesso si abbattano sul teatro. Ma in questo caos riesce a sognare un "teatro filosofico", "musicale", che è però già teatro della crudeltà, crudeltà che è sinonimo di vita, o di stato di necessità e di destino. Artaud sostiene che una vera e propria opera teatrale libera l'inconscio, scuote la pace dei sensi, spinge ad una sorta di rivolta virtuale.Evento, azione e performance

devono colpire ai nervi dello spettatore.La violenza sui sensi deve avere il sopravvento, e la percezione dello spettatore deve spostarsi anche su qualcosa di magico, di invisibile e di segreto, e da qui nasce il "doppio" della realtà, che poi si rivela quella vera.L'attore, deve quindi presentare un "doppio" fatto di realtà umana, di preparazione fisica e di slancio creativo.

 

Corpo e mutazione

Questo fenomeno di penetrazione tra corpo e tecnologia serve a spiegare come questa nuova dimensione abbia un senso all'interno della cultura contemporanea.E' quindi il corpo mutante a segnare il passaggio da una identità disusata a una fibrillante metamorfosi. Nel corpo avvengono i ricombinamenti, i trapianti e gli incroci, concatenamenti macchinici dove l' estensione dell' inconscio si unisce alla contaminazione tecnologica. L' uomo e la genetica, grazie alla possibilità di isolare e moltiplicare singoli geni di organismi superiori all'interno di microrganismi batterici, ha potuto studiare geni organismi come le piante superiori e l'uomo, e intervenire su di essi.Si puo inoltre intervenire sui processi vitali di un organismo e quindi attivare la clonazione di nuove specie viventi. L'ingegneria genetica è in grado oggi di produrre animali che contengono nelle cellule un patrimonio genetico modificato.La corporietà tecnomutativa raggiunge oggi una centralità culturale e politica molto importante, da cui inizia un processo di ridefinizione identitaria.Il corpo sessuato sembra destinato a sparire condizionando lo sfasamento dei ruoli,dal cambiamento dei segni , dalla indifferenzazione erotica. Androginie, transessualismi, ermafrodismi, travestitismi, un eccessivo cambiamento dei generi , che sfocia in una nuova risimbolizzazione sessuale.Vi è proprio una fuga nell' immaterialità erotica trasferendo i sensi nelle cybersex ,nella sessualità virtuale, che apre la porta a una mutata percezione tecnologica. La sessualità neutra apre una dimensione che non costituisce una effettiva mutazione dell'uomo, ma lo sospende in una virtualità differente sia dal dato sia dall'immaginazione. La sessualità neutra non è ne disumana, ne inumana, bensì post umana, nel senso che trova il suo punto di partenza nell'uomo, nella sua spinta verso l'artificiale, nella sua volontà di far coincidere la massima virtualità con la massima realizzabilità, nella sua ostinata tendenza verso un esperienza eccessiva.

Il corpo è una macchina che produce detournement, una sorta di skylab pulsionale, è luogo di intensità pura e decide lo spostamento di senso. Alle forme di irradiamento corpore, all'incrocio tra carne e tecnologia, si unisce tutta una fenomenologia estetica, che, partendo dalle estensioni del corpo postorganico, si estremizza fino alla performance immateriale

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Bibliografia

 

Il corpo postorganico di Teresa Macrì edizioni Costa e Nolan

Performances 60-70 di Inga Pin

 

 

Allieve: Nardone Valentiva e Albanese Anna

II Scenografia

Corso complementare di Teoria e merodo dei Mass-Media

Docente: Tozzi Tommaso