UN HACKER A GUARDIA DELLA RETE

 

Nelle prime elezione democratiche su Internet, in Europa vince un hacker.
Da mercoledì l’organismo internazionale per la revisione dei domini sulla rete, l’Icann (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers) ha un nuovo rappresentante europeo. Si tratta di Andy Müller-Maguhn, il 28enne di Amburgo che ormai da dieci anni rappresenta il Chaos Computer Club di Berlino. L’associazione da dove spunta il nuovo ministro dell'Internet europeo si presenta come una “comunità galattica di esseri viventi, senza distinzioni di età, sesso, razza e posizione sociale”. In pratica, un’istituzione tra le più rispettate tra gli hacker tedeschi, e non.
Müller-Maguhn è stato eletto a maggioranza assoluta, con il 52,3% dei voti, dagli utenti Internet europei. Quella conclusa mercoledì, è stata la prima elezione democratica per designare cinque dei 19 membri dell'Icann, sino ad ora designati dal governo americano.
Per ottenere il diritto al voto bastava semplicemente iscriversi per tempo al braccio elettorale dell'associazione con base in America, At Large.
Certo, non tutto è andato nel migliore dei modi. Molti elettori hanno lamentato la mancanza del codice identificativo personale, indispensabile per esprimere la propria preferenza.
Ma la tornata elettorale è stata comunque un succcesso: se nel Nord America hanno votato un terzo degli aventi diritto, in Europa il 50% ha espresso il proprio voto.
L’associazione non governativa e non-profit è nata nel 1998, con lo scopo di rappresentare aziende e società, tecnici, scienziati e semplici utenti di Internet nella gestione tecnica della rete, come ad esempio il sistema dei domini web, l'allocazione degli spazi per gli indirizzi IP e altre questioni di questa natura. Sino al '98 le funzioni dell’Icann venivano svolte direttamente dal governo americano, in collaborazione con società e volontari. È stato così che nel 1992 la Network Solutions ha ricevuto l’incarico di gestire gli indirizzi Internet. Un compito poi confermatole anche dall'Icann, che a causa di difficoltà finanziarie, nel '99 le ha prolungato l'incarico per quattro anni, in cambio di 1,25 milioni di dollari.
L'elezione di Müller-Maguhn è tanto più clamorosa, quanto più sono importanti gli impegni che attendono l'Icann nei prossimi tempi. A breve, infatti, l'associazione dovrà decidere dell’introduzione dei nuovi domini, che andranno ad aggiungersi ai “.com” o “.org” già esistenti. La questione è già stata posta come prioritaria nel convegno dell'associazione, tenutosi a Yokohama lo scorso luglio. E già da novembre si conosceranno i nomi di alcuni nuovi suffissi agli indirizzi Internet, passati alla prima selezione dell'associazione. La decisione finale sui nuovi domini avverrà entro fine d'anno.
Müller-Maguhn ha già espresso chiaramente la propria politica in materia. Ogni gestore che ha presentato agli inizi di ottobre la propria domanda per gestire un cosiddetto nuovo "Top Level Domains" ha sborsato 50mila dollari, non rimborsabili. E con buona probabilità il mondo industriale e finanziario sarà massicciamente presente nella gestione dei nuovi domini. Il guru degli hacker tedeschi sostiene di non aver alcun pregiudizio contro l'elemento commerciale della rete. L'importante è che non vi siano commistioni o finanziamenti trasversali verso il lato pubblico e non commerciale di Internet. Così, il nuovo rappresentante europeo introdurrebbe a pagamento il dominio ".firms" per tutte le aziende. Assieme a quelle, però, secondo Müller-Maguhn si dovrebbero introdurre anche dei domini ".sucks" (che letteralmente significa "non se ne può più", ndr) e pagare chi offre informazioni capaci di evidenziare la mancanza di serietà di alcune offerte commerciali. Piena libertà, insomma, alla crescita dello spazio commerciale su Internet, purché quello pubblico cresca proporzionalmente e la sua area rimanga ben chiara. Una politica di chiarezza e trasparenza, insomma, di cui dovrà dovrà convincere anche gli altri 18 membri dell'Ikann per poter ottenere decisioni concrete. Una cosa è certa, tuttavia, in questa rivendicazione Müller-Maguhn mostra al meglio le sue origini di cofondatore del Chaos Computer Club. Quella stessa associazione che per statuto, oltre a definirsi una "comunità galattica", chiede "la libertà e la circolazione dell'informazione senza censure".
Il Chaos Computer Club si è conquistato un nome nella cronaca tedesca con alcune clamorose iniziative a scopo dimostrativo, soprattutto verso la fine degli anni '90. La volta che dimostrò l'insicurezza dei telefoni Gsm e la possibilità di "clonarli", se la prese con l'operatore mobile della Mannesmann, "D2Privat", per l'occasione ribattezzato dalla stampa tedesca "D2Pirat". Nell'estate del '98 è stata la volta di una pay tv della Kirch (Premiere). Indipendentemente dal fatto che fosse stata l'associazione a violarne la sicurezza o meno, sta di fatto che il sito degli hacker berlinesi si prodigò di informazioni pratico-teoriche su come violare i decoder televisivi. Immancabili gli attacchi a Microsoft, su cui il sito del Chaos Computer Club aggiornava con continuità fornendo un monitoraggio costante sui "bachi", le imprecisioni di programmazione scovate nei diversi pacchetti applicativi provenienti da Bill Gates. Il caso più famoso fu quello di un software bancario per la Deutsche Bank, violato clamorosamente dagli hacker alla presentazione.