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Libro

Maria Angela Balsamà

La Galassia Internet

 

Arriva in libreria il nuovo testo del sociologo Manuel Castells "The Internet Galaxy-Reflections on the Internet, Business and Society"

Molti anni dopo Marshall MacLuhan con la sua Galassia Gutenberg, è arrivato sugli scaffali delle librerie inglesi "The Internet Galaxy -Reflections on the Internet, Business and Society", il nuovo testo del sociologo Manuel Castells appena pubblicato dalla Oxford University Press.

Maria Angela Balsama' ci descrive il suo lavoro, ospite a Londra della London School of Economics

"La storia della creazione dello svilluppo di internet è una tra le avventure più straordinarie dell'essere umano. Evidenzia la capacità delle persone di trascendere obiettivi istituzionali, superare barriere burocratiche e sovvertire valori prestabiliti nel processo di annunciarsi a un nuovo mondo". Questo l'attacco del nuovo libro del sociologo spagnolo Manuel Castells, professor alla University of California, a Berkeley. Il libro, nato dalla serie di Clarendon Lectures in Management Studies tenute nel corso del 2000, grazie all'iniziativa della Oxford University Said Business School e della Oxford University Press, traccia una varietà straordinaria di dettagliata evidenza e ricerca, disegnando i cambiamenti che internet sta pertanto nel business, nella politica, nell'economia, nei media e nella vita degli individui, facendosi domande irresistibili su libertà, privacy, censura, esclusione sociale, generazione del sapere, responsabilità sociale. "E' essenziale che ci si prenda cura di internet se vogliamo vivere in questa società oggi", dichiara Castells. Il libro, che ovviamente riprende il nome dall'opera di Marshall MacLuhan "The Gutenberg Galaxy" (e la diffusione della stampa nell'Occidente), ci vuole condurre per mano in una passeggiata tra i contenuti di internet. Una "camminata" che va a toccare temi classici come "Lezioni dalla storia di internet", focalizzandosi sulla criticità di questa lezione che ancora distilliamo dai processi che hanno portato alla formazione di internet; e poi "La cultura internet" con i suoi quattro livelli: cultura della tecno-meritocratica, cultura degli hackers, cultura delle comunità virtuali e cultura dell'imprenditoria.

"E-business e la new economy" tenta di spiegare come questa nuova economia sia basata sulla cultura dell'innovazione, del rischio, delle aspettative e sulla cultura della "speranza per il futuro", mentre "Comunità virtuali e network society" affronta l'emergere di internet come nuovo sistema di comunicazione, dove spicca la separazione tra località e socialità, con un occhio di riguardo alla formazione delle communities, incluso il rischio di false identità e dei giochi di ruolo che vanno a incrementare le proprie fantasie e a viverle online, fuggendo dal mondo reale. "Le politiche di internet" discute su come le società cambiano attraverso i conflitti e di come sono gestite politicamente, con l'importante funzione dei network di attivisti sociali al passo con la globalizzazione e l'universalizzazione trasversale creata dalla rete.

"Privacy e libertà nel cyberspazio" insiste sulla creazione di un media e della sua libertà e di come i governi possono fare poco per controllare il flusso di comunicazioni capaci di aggirare geografie e di conseguenza confini politici. "Multimedia e internet" rappresenta l'analisi di come internet interagisce nelle nostre case con i nostri televisori, proprio come una scatola magica, mentre "La geografia di internet" ragiona sul perché internet abbia una sua geografia, essendo una nuova forma di spazio: una speciale concentrazione attraverso i flussi della tecnologia. "Il digital divide" riguarda le modalità per avere accesso a internet, creando una doppia realtà: da una parte una libertà e dall'altra una ineguaglianza. Infine, un capitolo è dedicato a "I cambiamenti della network society" e del perché la comunicazione è l'essenza delle attività umane, di come la società in network, questa nuova forma sociale, si sia costituita attorno al pianeta, sebbene con diverse forme e con considerevoli differenze nelle sue conseguenze sulla vita delle persone. "Internet è il tessuto della nostra vita", sancisce Castells. "Se l'informazione tecnologica oggi equivale all'elettricità dell'era industriale, ai giorni nostri internet può essere correlato al motore elettrico per la sua abilità a distribuire il potere dell'informazione attraverso l'intero reame delle attività umane.

Internet non è solo tecnologia, perché - continua Castells - i computer di per sè non sono nulla di così interessante". Si tratta, quindi, ancora una volta di noi stessi, di noi come network e comunità di persone che fanno di internet questa strabiliante avventura. Basta riflettere sul fatto che alla fine del 1995, durante il suo primo anno di diffusione del world wide web, c'erano circa 16 milioni di utilizzatori del sistema di comunicazione in network nel mondo. Agli inizi del 2001, erano diventati oltre 400 milioni e affidabili previsioni hanno evidenziato che saranno circa 1 miliardo nel 2005: anche prendendo in considerazione il lento incremento dell'uso di internet dovuto alla povertà di molti Paesi e al ritardo tecnologico, si può azzardare che nel 2010 si arriverà a toccare una cifra di due miliardi. Castells, però, non ama parlare molto del futuro. Dichiara che "non crede alle visioni futuristiche", soprattutto se queste si dilungano in grandi chiacchiere su internet e i nuovi media, e vuole anche evidenziare che l'influenza del network va oltre il numero di persone connesse: "si tratta anche di una questione di qualità dell'uso che se ne farà. Credo - aggiunge - che internet sia un fondamentale strumento per lo sviluppo dei Paesi in via di sviluppo. Questo non significa che l'uso di internet può far cambiare la situazione attuale, dove oltre il 50% della popolazione del globo sopravvive faticosamente con meno di due dollari al giorno. Ne' utopia, ne' distopia: internet è l'espressione di noi stessi attraverso un codice specifico di comunicazione, è solo necessario capire se noi vogliano cambiare la nostra realtà". Ma bisogna cercare di evitare che internet diventi la riproduzione di un vecchio media. "Come inserire internet in questo vecchio mondo?" si domanda il guru spagnolo. "Ricordandoci che online e offline sono connessi e hanno significato solo se insieme. L'intento del mio libro - conclude Castells - rimane quello di illuminarci nel cammino per una società migliore e stabilizzare la nostra economia, poiché volatilità, insicurezza, ineguaglianza ed esclusione sociale vanno di pari passo con creatività, innovazione, produttività e creazione di benessere".

 

Fonte bibliografica: Articolo apparso su dol’s - il sito delle donne online.
L'articolo in versione originale e' apparso sul numero di Dicembre/Gennaio 2002 di Mediaforum (www.mediaforum.it)

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