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Hacktivism. La libertà nelle maglie della rete

 

di A. Di Corinto e T.Tozzi

 

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3.7.2. La Repressione Dell'utopia in Rete

 

Tra la fine degli anni sessanta e l'inizio dei settanta l'FBI inizia il programma COINTELPRO o Counter Intelligence Programs per neutralizzare i movimenti politici antagonisti come le Black Panther e successivamente negli anni '80 il CISPES e Earth First! (Wheling, 1995, pag. 41).

Nel 1972 Captain Crunch viene arrestato.

Lo stesso anno esce il numero 12 della rivista YIPL (quella che in seguito si trasformerà nella rivista TAP) che descrive la Convention dei Phone Phreeks che si è tenuta a luglio a New York. Nel numero si parla in difesa di Captain Crunch, di Red Box, Blue Box, spiegando come funzionano e come costruirle e dunque come fare telefonate gratuite (Scelsi, 1990, pag. 117 e seguenti).

Nella prima metà degli anni ottanta il termine "hacker" viene trasformato in un sinonimo di trasgressore digitale e criminale.

Nel 1986 la BBS della rivista 2600 viene sequestrata dall'FBI e una parte del software in essa contenuta viene definito "un attrezzo da scasso sotto forma di programma di computer" (Sterling, 1992, pag. 65).

Nel 1988, alla "Quinta conferenza hacker", il reporter della CBS Dan Rather prepara una trappola per gli hackers: fa uscire un servizio manipolato rispetto agli accordi che avrebbero previsto una visione oggettiva di chi sono gli hackers. In accordo con specialisti della sicurezza, da una visione distorta e criminalizzata degli hackers (Levy S., 1996, pag. 445).

Nel 1988 Alla fine dell'anno in Germania inizia una serie di arresti e perquisizioni contro la scena hacker.

A gennaio del 1990 l'AT&T a causa di un banale guasto tecnico va in tilt. Scatta l'operazione Sun Devil. Nove giorni dopo il collasso della AT&T, il Servizio Segreto e la polizia dello Stato di New York si scatenano in un'operazione di repressione accusando gli hackers di avere provocato il guasto. Sequestrano i computer di Phiber Optik, Acid Phreak e Scorpion, accusandoli del disastro. Saranno accusati anche C. Neidorf, conosciuto come "Knight Lightning" (l'editore di Phrack) e in seguito anche l'azienda Steve Jackson che sta producendo il gioco GURPS Cyberpunk (sulla storia dell'operazione Sun Devil vedi Sterling, 1992, in particolare da pag. 129 e seguenti e pag. 200 e seguenti). Viene coinvolta anche la rivista 2600.Vengono emessi 27 mandati di perquisizione in 14 città, sequestrati 23.000 floppy disk, diverse decine di computer e chiusi numerosi BBS. Molte delle persone che subiscono la visita degli agenti e il sequestro delle apparecchiature informatiche non sono accusate di nessun reato, e il materiale requisito verrà trattenuto per anni, senza essere mai esaminato. L'obiettivo principale degli agenti federali è in realtà la "Legion of Doom" (Gubitosa, 1998).

C. Neidorf, editore di Phrack, durante l'operazione Sun Devil viene accusato di truffa, in quanto accusarlo per l'attività della rivista avrebbe aperto un sacco di problemi legali inerenti al Primo Emendamento. Tutto ruoterà intorno a un documento della SouthBell, il E911, di cui verrà dichiarato un valore di quasi ottantamila dollari accusando Neidorf di aver partecipato al suo furto per rivenderlo. Il processo dimostrerà che il contenuto del documento era disponibile per sedici dollari a chiunque ne avesse fatto richiesta tramite un numero verde e dunque il suo contenuto non era ne un segreto di stato e tantomeno un documento i cui contenuti erano pericolosi poiché in grado di mettere un eventuale lettore nelle condizioni di effettuare attacchi alla SouthBell. (...)

Durante il processo contro Neidorf la linea di difesa sostenne una tesi interessante alla base di molte speculazioni filosofiche sulla proprietà dell'informazione digitale: fece notare che la BellSouth non aveva in nessun modo "perso" il documento E911 e che di conseguenza non aveva subito nessun danno economico in seguito a questo "furto". L'avvocato della difesa S. Zenner sostenne che l'incursione di Prophet (l'hacker che aveva sottratto il file del documento E911 e in seguito lo aveva passato alla rivista Phrack) verso la BellSouth non era stata una "rapina" ma piuttosto un atto di copiatura non autorizzato (sul caso "U.S. vs R. Riggs e C. Neidorf." vedi Sterling, 1992, pag. 205 e seguenti; Ludlow, 1996, pag. 113).

 

Lo stesso anno si tiene il caso J. Silber e W. Weld e il caso Revlon vs Logisticon (Druckrey, 1996, pag. 382).

Nel 1990 la polizia americana sequestra il gioco da tavolo GURPS Cyberpunk della Steve Jackson. Verrà fatta una casua che la Steve Jackson vince nel 1993 grazie all'aiuto dell'EFF.

Nel 1990 J. P. Barlow riceve la visita dell'FBI in merito all'operazione Sun Devil (Sterling, 1992, pag. 194; Rheingold, 1994, pag. 294-95).

Nel  1990 Stoll scrive The Cuckoo's Egg, in cui racconta come ha catturato un computer-cracker. I protagonisti in negativo del racconto sono sono Jaeger e Pengo, due hacker del CCC che frequentavano la BBS Altos Chat di Bonn e che vengono assoldati dal KGB per penetrare nei computer americani dietro compenso (Sterling, 1992, pag. 90-91).

A settembre del 1991 viene dichiarato concluso con assoluzione il processo contro Neidorf.

Nel 1992 causa degli U.S. vs J. Gilmore (Cypherpunk per spionaggio) (Ludlow, 1996, pag. 202-203).

Nell'estate del 1992 l'area messaggi telematici "Cyberpunk" viene chiusa in base a una decisione dei vertici della rete Fidonet, noncuranti di quelle che fossero le esigenze dell'utenza. La decisione non viene condivisa da buona parte dei nodi italiani della rete. Tale chiusura ribadisce le evidenti differenze di intenti tra l'area cyberpunk e i vertici di tale rete. La censura dell'area Cyberpunk avviene in seguito a discussioni di vario tipo sul rispetto della policy Fidonet. In realtà, tra i fattori scatenanti si dice esservi stata anche la visita della Digos (altri parlano di "monitoraggio" della Crimnalpol) al sysop di uno dei nodi Fidonet che ospitava l'area.

A primavera del 1994 parte in Italia la più grossa operazione di repressione poliziesca verso i BBS: "Hardware 1", subito rinominata Italian Crackdown (vedi Gubitosa, 1999; Scelsi, 1994, pag. 61-65): una serie di sequestri alla ricerca solo di software copiato che porteranno alla chiusura temporanea di circa 150 BBS italiane soprattutto delle reti Fidonet e Peacelink. Poco dopo un'ulteriore azione repressiva della magistratura colpisce il principale nodo della rete Peacelink sequestrandone il computer: il BBS Taras Communication di G. Pugliese (Gubitosa, 1999, pag. 83-110).

Il CPSR invia una preoccupata lettera al presidente Scalfaro durante il crackdown italiano del 1994 (Gubitosa, 1998).

Nel 1995 viene effettuato il sequestro dei computer di alcuni frequentatori del Centro Sociale Clinamen e della BBS Bits Against The Empire.

All'inizio del 1995 il Terminal Boredom BBS in Scozia viene sequestrato dopo l'arresto di un hacker.

In quel periodo la Spunk Press è oggetto di una pesante campagna di disinformazione dei media che mettono su una montatura accusandola di far uso di internet per diffondere i metodi per fabbricare bombe, distruggere scuole e attaccare le multinazionali. Secondo un libro inglese l'autore di tali articoli ha contatti con i servizi segreti britannici (Wehling, 1995, pag. 41-42).

 

Nel 1996 vengono arrestati due fornitori di accesso a Internet in Francia per il semplice fatto di avere veicolato dei newsgroup che erano disponibili su internet anche in molti altri luoghi. Ritorna il problema della responsabilità del Sysop.

Nel 1997 una parte della rete ScoutNet viene colpita da un'indagine della magistratura italiana sulla pedofilia in rete.

Il 28 maggio del 1997 esplode il caso "Decoder-Mattino". Il magistrato Italo Ormanni di Roma, riferendosi a delle tavole grafiche sul n. 8 di Decoder, porta avanti la tesi che "la cyberfilosofia, la difesa della privacy e il diritto all'anonimato in rete sono da considerarsi comportamenti complici della pedofilia".

Lo stesso anno viene sporta querela da un magistrato in relazione all'uscita di un libro curato da Luther Blisset Project (vengono coinvolti Helena Velena, Castelvecchi e un provider locale).

Nel 1998 l'assessore alla Rete Civica di Roma chiude lo spazio internet di molte associazioni a causa di presunti contenuti satanismi di alcune pagine ospitate dal comune di Roma.

Tra giugno ed agosto del 1998 si registrano numerosi episodi di tentativi di censura da parte di autorità e magistratura italiana (vedi di seguito)  che evidenziano il clima di repressione crescente in atto e la necessità di un coordinamento internazionale di server antagonisti.

A giugno, in seguito a una querela, il server di "Isole nella Rete" viene sequestrato in quanto al suo interno è circolato un messaggio i cui contenuti contengono una "presunta" diffamazione nei confronti di un'agenzia turistica italiana. Immediatamente parte una massiccia mobilitazione in rete e dei mass media a difesa di Isole nella Rete, di condanna del sequestro, delle sue motivazioni e modalità. L'esito è una restituzione immediata del server. Tra le altre cose viene difeso il principio che il server rappresenta un'intera comunità e non lo si può far chiudere per causa di un singolo atto, di un singolo utente al suo interno.

A luglio censura del Foro Romano Digitale da parte della Rete Civica del Comune di Roma.

Ad agosto nuovo maldestro tentativo di sequestro del server di isole nella Rete: in seguito a un'inchiesta della polizia  giudiziaria di Massa su una minaccia a un giornale locale, a cui viene acclusa la stampa di un messaggio immesso in una mailing list di Isole nella Rete, viene paventato il sequestro di Isole nella Rete se non vengono consegnati i "log" di attività degli utenti. I log non sono da tempo generati su INR e quindi non possono essere consegnati. Il server non viene sequestrato.

Lo stesso mese viene effettuato il sequestro di due personal computer in casa del rappresentante bolognese di Isole nella Rete.

A dicembre del 1999 viene sgomberato il Bulk di Milano. Segue l'immediata rioccupazione del Millennium Bulk che ospita l'Hack-Lab Milano.

A marzo del 2000 in solidarietà contro la censura del sito spagnolo di Nodo 50 vengono realizzati diversi mirror di tale sito in Italia.

Ad ottobre del 2000 nuova censura della Rete Civica Romana (vedi in http://forteprenestino.net/RCR/index.html).

A novembre del 2000 il Presidente del Consiglio della Regione Toscana censura il netstrike indetto da T. Tozzi e G. Verde come opera d'arte contro lo Stato del Texas all'interno di una mostra collettiva organizzata dalla Regione Toscana stessa contro la Pena di Morte.

A luglio del 2001 massacro al Media Center installato in occasione dei tre giorni di protesta contro il G8 a Genova.

Ad agosto del 2001 sequestro del sito www.netstrike.it.

 

Dal 2001 nel sito Isole

nella Rete è stata creata una sezione "archivio sotto-accusa" in cui si archiviano i casi di censure e repressioni in ambito

telematico (www.ecn.org/sotto-accusa).

A febbraio del 2002 le forze dell'ordine irrompono in alcune sedi italiane di Indymedia sequestrando i materiali documentativi raccolti sui fatti del G8 a Genova.

 

continua

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