Critica della sostituzione

Una delle idee più false e più resistenti espressa dai nostri "intellettuali critici"è quella della sostituzione

del vecchio con il nuovo, del naturale con il tecnico, del reale con il virtuale.

E' per esempio un timore diffuso, tra il pubblico colto che l'incremento della comunicazione nel

Cyberspazio vada a sostituire il rapporto umano.

E' molto raro che una nuova modalità di comunicazione soppianti la precedente.

Si parla forse meno dall'avvento della scrittura?

La foto ha sostituito la pittura? Il cinema ha forse sostituito il teatro?

La telefonia ha forse ridotto i contatti interpersonali?

No al contrario, infatti vi sono studi sociologici che mostrano come le persone che ricevono e fanno più

telefonate, sono anche quelle che si muovono di più ed hanno più contatti diretti.

Nella casa di una persona anziana, isolata, dalla mobilità ridotta, il telefono squilla di rado,

mentre un uomo d'affari, che si sposta di continuo da un appuntamento all'altro, ha spessissimo il

cellulare incollato all'orecchio.

L'immagine dell'uomo-terminale, immobile, inchiodato allo schermo, per cui lo spazio circostante è

abolito, non è che un fantasma dettato dall'incomprensione degli attuali fenomeni di deteritorializzazione e universalizzazione.