-ARTE ELETTRONICA

.i cambiamenti

Come detto, avvengono degli oggettivi cambiamenti, che possono essere letti come un generale processo di emancipazione dell’individuo. Ogni individuo, a questo punto, può essere capace di produrre forme di espressione artistica in grado di collocarsi in qualche maniera al di là del giudizio estetico collettivo è, o potrebbe essere, il segno dei tempi dove la ridondanza, il rumore “culturale” in quantità abnorme, riduce al silenzio chiunque. Artisti che hanno creato quaranta o cinquanta anni fa se fossero nati oggi non verrebbero forse neanche presi in considerazione nel marasma generale. Chissà cosa ne sarebbe di un Picasso o di uno Stravinsky al giorno d’oggi. Diverrebbero nuovamente ciò che sono stati?

Non sappiamo, può darsi. Ogni fenomeno quando si manifesta è legato al suo tempo, nasce si sviluppa e muore con lui. Non c’è dubbio, però, che oggi l’uomo possa esaurire in se stesso l’istanza estetica. Siamo in una situazione del tutto diversa da quella di qualche tempo fa, non si possono fare paragoni, il mondo si trasforma rapidamente. …non si può paragonare la vita precedente all’energia a vapore con quella conseguente. Però ha vinto lo strumento a vapore, vince perché è più potente, non perché è più bello o perché è migliore. Vince la potenza. Insomma se l’uomo si accorge che può ottenere tutto e subito senza fare fatica si domanderà: ma perché devo fare più fatica? Prendendo ad esempio il lavoro che Grossi ha fatto suonando tutti e dodici i

Capricci di Paganini, alcuni dei quali di difficile esecuzione anche per i grandi violinisti e realizzati tutti in un certo modo, senza difficoltà. Bene, questi Capricci di Paganini sono a disposizione: se uno li vuole sentire cosa fa, clicca, fa una operazione banalissima e li sente immediatamente, o tutti o una parte, potendone usufruire come vuole, come se avesse a disposizione un intera orchestra, si domanderà quindi:  perché devo studiare il violino?

“Quando vedo un’orchestra suonare mi meraviglo che lo facciano ancora e mi domando: tutte queste persone, per tutta la vita, continueranno a fare questo lavoro?”

Qualche considerazione va fatta: è estremamente difficile suonare uno strumento che ti impegna totalmente, visti soprattutto, i ritmi di vita che un uomo deve tenere al giorno d’oggi. Ma l’uomo si sentirà di rimanere impegnato, legato totalmente ad uno strumento, a corde o tastiere che sia? Cosa riserva il futuro all’arte, come espressione, come apprendimento; in ogni disciplina l’uomo è quasi sempre riuscito a porsi dei limiti logistici, quali possono essere i limiti in questo caso? Fino a dove possiamo spersonalizzare l’animo umano, quanto può essere utile l’ausilio del computer?

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