Innovazioni tecnologiche

Realtà virtuale, Interattività e Multimedialità

Le reti neurali

Rapporti tra Arte e Media nel ‘900:

L’Arte come comunicazione

La Body Art, il corpo come opera d’Arte nella performance

Bibliografia

 

 

 

 

Realtà virtuale, Interattività e Multimedialità

Sono i così detti mezzi di comunicazione, che sembra ormai abbiano influenzato, gli ambienti pubblici e la società nel suo insieme.

Le fasi distintive dello sviluppo della comunicazione umana, sia per la vita individuale sia per la collettività. Ciascuna di questa fase è individuata, dall’uso organizzato dei segnali, dalla parola, dalla scrittura, dalla stampa e infine dalla comunicazione attraverso gli odierni mass-media.

Tra gli odierni mass-media figurano i computer i quali hanno trasformato la società facendola divenire una "società dell’informazione".

Inoltre, i computer e le varie tecnologie a loro collegate stanno ridefinendo le funzioni e le potenzialità dei nostri mass-media e continueranno a farlo anche in futuro, modificando quasi tutti i sistemi di comunicazione.

L’uomo, dato, l’avanzamento tecnologico nella nostra società, è stato sollecitato ad ulteriori cambiamenti che si potrebbero considerare delle mutazioni.

L’uso di quest’ultimo termine non è opportuno data la radicale trasformazione dei modelli socio culturali che le nuove tecnologie della comunicazione stanno determinando.

Da sempre l’innovazione tecnologica comporta un’estensione del nostro corpo come oggi attraverso la virtualità sarà possibile compiere azioni ed esperienze a distanza e ciò comporteranno una riconfigurazione sensoriale e di conseguenza una generale revisione dei rapporti con lo spazio e il tempo.

Da ciò potremmo affermare che l’uomo non è più misura del mondo, ma è il mondo stesso ad essere sempre più la misura dell’uomo

Lo sviluppo tecnologico oggi noto come "realtà virtuale", ci consentirà di assumere l'aspetto che vogliamo di vestire il corpo che più ci piace.

Ci dà la possibilità di navigare in mondi virtuali, reali e non reali e di assumere un aspetto diverso, tanto da trasformare i nostri canoni estetici, la percezione che abbiamo del bello, di là dai giudizi che esprimiamo e dei modelli che in apparenza coltiviamo.

Le tecnologie virtuali, interattive, multimediali, cambieranno naturalmente il nostro modo di vivere di pensare e di vedere il mondo.

Nel ciberspazio integrale delle realtà virtuali il nostro corpo si può raddoppiare, si può moltiplicare sino all’infinito e acquista illimitate possibilità di travestimento.

Quest’avanzamento tecnologico era un’accelerazione evolutiva che comporta una ridefinizione del rapporto tra uomo e mondo: tra corpo e spazio esterno.

Le tecnologie multimediali, sono linguaggi capaci di modificare, le nostre procedure mentali. E necessario essere consapevoli in maniera globale dei valori d’uso delle tecnologie.

Attraverso la multimedialità, la simulazione virtuale e la comunicazione telematica, e quindi possibile individuare una nuova qualità culturale che è opportuno definire come un nuovo paradigma cognitivo.

Per mezzo dei sistemi digitali è possibile creare degli ipermedia, che sollecitano le attività percettive, armonizzandole con le più naturali combinazioni della mente.

Il fenomeno del virtuale si pone in termini tecnologici e psicologici: si arriva a considerare il rapporto tra uomo e mondo.

Per coniugare il pensiero culturale in un’azione di comunicazione si ha l’ipertesto o meglio l’ipermedia , che simula le dinamiche sinaptiche del nostro cervello, offrendoci la possibilità di spaziare e navigare, tra un concetto, un suono e un’immagine.

Navigando in un’ipermedia si può fare una straordinaria esperienza, simile ad un’azione: con il mouse o altre interfacce, spostiamo degli oggetti (sempre virtualmente), apriamo delle finestre, ecc.… .

La multimedialità invita quindi le nostre percezioni a diventare dinamiche.

La caratteristica più importante delle realtà virtuali è che è possibile agire in un ambiente artificiale, si va oltre la visione offerta dalla tecnologia della rappresentazione per fare esperienza. È qui che risiede tutta la fenomenologia del virtuale: l’interattività è l’immersione sensoriale che produce una simulazione tale da coniugarsi con l’azione fisica reale.

Attraverso il computer animation tridimensionale è possibile creare delle realtà virtuali, determinando un’evoluzione delle tecnologie della rappresentazione visiva.

L’interattività nel corpo, non è solo una questione di cliccate con un mouse, ma di riconfigurazione sensoriale dei nostri assetti psicologici.

L’interattività diventa interattività, attraverso le immagini, con gli oggetti, le persone e le situazioni che stanno dietro le immagini.

Per succedere questo si deve codificare nel computer, nel codice digitale, un modello o una simulazione dell’oggetto, della persona o della situazione, così le immagini saranno proiezioni visive temporanee e parziali del modello stesso.

Interagendo sul modello, agendo su di lui, cambiandone le situazioni ambientali in cui si opera l’utente vedrà nelle immagini i risultati del suo agire (questa è interazione).

L’utente deve sapere interagire sul modello per conoscerne le azioni o le conseguenze nelle immagini; ma su questo si stanno eseguendo degli studi appositi per far si che le immagini tecnologiche comunichino ed elaborano le idee che oggi ancora mancano.

Oggi i limiti delle immagini sono evidenti nei CD interattivi e multimediali.

È possibile interagire su delle immagini su computer con il metodo della simulazione /visualizzazione; ad esempio : c’è un grafico sullo schermo, si clicca sull’immagine e questa si muove in tempo limitato, oppure c’è un bambino che saluta, un uccello che svolazza e il fumo si alza sulla casa.

Può essere divertente tutto questo, ma col tempo diventa noioso, perché il movimento è breve ed è sempre lo stesso.

Poniamo che il software contiene una simulazione della scena inclusi l’uccello, il bambino e il fumo sulla casa. In questo caso il comportamento degli organismi è simulato da una rete neurale, un modello computazionale del sistema nervoso.

 

Le reti neurali

La rete neurale riceve un ingresso una codifica dell’informazione sensoriale accessibile in quel momento all’organismo (volare, salutare).

In questo caso le immagini dell’uccello e del bambino si muovono per risposta a quello che succede, nel resto della scena e si muovono in modi, che possono variare ogni volta e per un tempo indefinito, senza ripetersi, perché i movimenti sono "generati" sul momento e non sono codificati in una lista predefinita.

Una rete neurale è formata da un numero d’unità che si collegano tra di loro attraverso delle connessioni. Le connessioni hanno il compito di trasmettere attivazione o inibizione alle diverse unità.

Su ogni connessione vi è un peso quantitativo (con valore positivo o negativo), che è classificato come una misura della conduttività di quella connessione. La quantità d’attivazione o d’inibizione è determinata da due fattori. Un fattore è il peso sulla connessione l’altro è lo stato d’attivazione dell’unità da cui parte la connessione. Questi due fattori sono moltiplicati e il risultato è la quantità d’attivazione o d’inibizione che arriva ad un’unità attraverso una connessione.

La prima cosa che l’unità deve fare è mettere insieme tutte queste attivazioni e inibizioni in un valore unico. Questo valore è l’input netto, attraverso una somma algebrica di tutte le attivazioni e di tutte le inibizioni che arrivano all’unità.

In altre parole, la rete neurale dipende interamente dai pesi sulle connessioni, è esposta ad esperienze ripetute e modificherà progressivamente i suoi pesi in modo tale che alla fine essi produrranno la prestazione desiderata.

Le reti neurali non sono programmate a dare una certa prestazione desiderata, sono reti che imparano da sole ad auto-organizzarsi.

Un tipo d’apprendimento per le reti neurali è "l’apprendimento supervisionato" dall’esterno e consiste nell’avere un insegnante esterno che di volta in volta dice alla rete qual è la prestazione desiderata.

La rete calcola la differenza, che ci può essere tra lo stato d’attivazione prodotto dalla rete per una data unità e quello stabilito dall’insegnamento.

Le reti neurali, costruiscono rappresentazioni (vicini al processo della mente), che non sono simboliche, ma sono interne distribuite sulle unità nascoste della rete. Sono queste delle rappresentazioni quantitative.

 

 

Rapporti tra Arte e Media nel ‘900

 

L’Arte come comunicazione

L’Arte è soprattutto comunicazione, in quanto è assurdo considerare un’opera che impegna anche anni di vita come fatta esclusivamente per sé (in altre parole come un segreto diario intimo), o destinata a venire chiusa immediatamente in una collezione inaccessibile al pubblico.

Esistono strutture che dovrebbero consentire di esporre pitture e sculture, in pubblico, in gallerie private o in esposizioni internazionali.

Se l’Arte è comunicazione, dobbiamo chiederci come comunica.

Essa comunica immediatamente un linguaggio semplice o codici che comprendono segnali in parte arcaici estremamente diffusi e altri nuovi legati alla cultura di un’epoca o di un gruppo sociale.

L’opera d’Arte è quindi il supporto e l’avvio di una serie di processi, che coinvolgono l’utente, in modo assai diretto, anzi essenziale.

Si potrebbe pensare che questi processi siano intuitivi: un colore saturo, come il rosso crea certamente un tipo d’emozione; un segno violento, aggressivo, stimola certo delle reazioni.

Ma la comunicazione artistica non è basata solo su sollecitazioni sensoriali discontinue; è una vera e propria costruzione oratoria, che impartisce una serie di comandi assai articolati in altre parole convince retoricamente.

L’Arte è comunicazione attraverso una traduzione mentale della realtà nella quale si origina, e da stimoli concettuali ed emozionali tra la mente dell’artista e quella dell’osservatore facendo comprendere ciò che è la realtà stessa. Questa comprensione è legata alla sensibilità, alla preparazione culturale e la disponibilità dell’osservatore.

L’Arte è lo "specchio nero" nel quale si rispecchia una realtà che, ci trasmette emozione di momenti storici, quindi passati e che in ogni caso ci appartengono.

Gli artisti si accingono sempre alla realtà, perché hanno la capacità di "sentire", di "cogliere", anche inconsapevolmente, ciò che li circonda.

Negli anni sessanta , essi affrontano il problema dei mass media nella società; da un lato, i protagonisti della pop art (americana),raccontano con dipinti, sculture, film sperimentali e video, il fascino provocato dai processi di spettacolarizzazione del reale. Dall’altro esperimenti "intermediali", l’annessione di pratiche creative artistiche come, la fotografia e si affermano anche le performance della body art, nelle quali è esaltata, la figura del corpo, spesso nudo e con situazioni comportamentali anomali, violando il concetto di "intimità", per rivendicare, l’autentica verità della dimensione fisica e biologica, in contrapposizione alla spettacolarizzazione e all’artificializzazione dei comportamenti sociali.

Anche la riproduzione in video, è un metodo di fare Arte, com’è usato dagli artisti della body art per documentare le performance, come lo è la fotografia.

Nel 1966 e ’68 a Londra presso l’ICA si tenne una mostra, nella quale furono esposti i primi documenti d’arte al computer; in seguito a Chicago, vi fu una mostra, realizzata telefonicamente. Ancora nel 1971 ci fu un incontro a Los Angeles, il quale servì per confrontare artisti e responsabili delle grandi industrie della produzione elettronica e della comunicazione.

Anche la nascita della video Arte, fu una pratica che problemizzava le specifiche caratteristiche linguistiche dei nuovi media, e la possibilità di un loro uso creativo non assoggettando alle convenzioni della comunicazione di massa.

 

La Body Art, il corpo come opera d’Arte nella performance

Con la body Art, gli artisti assumono il "corpo" come mezzo d’espressione totale.

L’artista agisce in tempo reale con gesti, voci, ritmi fisici, segni interiori ed esternare attraverso un flusso di percezioni che determinano le capacità di reazione dello spettatore.

Privilegiare la presenza effettiva del corpo come strumento dell’immagine significa rivendicare un rapporto diretto con l’esistenza.

Le azioni e i gesti dell’artista si mostrano in funzione dello spettatore, intendono liberare le energie dell’inconscio.

Nella Body Art convergono complesse e differenziate esigenze espressive.

Gli artisti della Body Art inseguono la possibilità conoscitiva dell’essere, è come affrontare la morte attraverso la vita.

La Body Art è la proprietà analitica del corpo assunto come mezzo d’espressione artistica: le azioni indicano le funzioni del corpo stesso e d’ogni sua parte per mezzo di riproduzioni meccaniche (fotografia, video e film).

La performance in questo caso, rappresenta una sorta d’autorappresentazione legata ai fenomeni culturali e sociali.

La performance com’evento artistico mira a produrre sensibilità, umori, inquietudini. Essa rappresenta l’affermazione del soggetto e la vanificazione dell’oggetto.

 

Bibliografia:

 

Teoria Della Comunicazione di Massa, M.L. Defleur E.S.J.-Ball.Rokeach-edizione il Mulino

Il Corpo Virtuale, Antonio Caronia-Muzio Biblioteca

Il corpo Postorganico, Teresa Macrì-Costa&Nolan

Interviste sulle Reti Neurali, Domenico Parisi-Universale Paperbacks-il Mulino

Storia dell’arte, Electa-Bruno Mondadori

Ricerche su Internet:

Cyberia, Corpo e Mutazione - Interattività nel Corpo

http://www.idra.it/cyberia/MemoAvan.htm