I cento volumi e il catalogo della rivolta

 

 

I libri del Sessantotto, una mostra euna bibliografia politica sulla produzioneeditoriale di quell'anno mirabile.Da lunedì a Roma alla libreria internazionale"il manifesto" Raccontare il '68 attraverso i libri pubblicati prima e durante quell'anno mirabile. E' quanto si propone di fare a Roma la libreria internazionale il manifesto, la casa editrice manifestolibri da lunedì con una mostra che, durante il mese di maggio e di giugno, esporrà i libri di quel periodo. Una decisione coraggiosa visto che nei plumbei anni Ottanta e in questi mielosi anni Novanta lo sport preferito di opinion maker formatisi proprio in quegli anni - e che hanno fatto la loro fortuna sui giornali rinnegando la loro gioventù scapestrata - è stato quello di inventarsi un Sessantotto tutto loro, pieno di ragazzi e ragazze rozzi, ignoranti e casa editrici che imponevano la dittauta marxista nei cataloghi. In un volume della manifestolibri che raccoglie le schede e una bibliografia dei titoli usciti in quegli anni Domenico Starnone smentisce questa immagine, restituendo invece l'onnivora fame di libri, dove Marx si incrociava con Faulkner, mentre Rosa Luxembourg andava a braccietto con Hemingway, che i giovani di allora avevano e che le case editrici tentarono di soddisfare, traducendo e pubblicando tutto quello che quello che potevano. Si realizzò in quegli anni una sprovincializzazione della cultura italiana impensabile oggi, che certo si pubblica molto, ma più per far lievitare il fatturato che non per vendere. Ma vedere in successione molti dei titoli di allora colpisce la varietà dei temi affrontati editorialmente e sono restituiti i profili editoriali di molte case editrici che ben poco hanno a che fare con quelli attuali. Ad esempio Marsilio di Venezia aprì una nuova collana per raccontare la rivolta studentesca e le lotte operaie a Marghera. Il Saggiattore cominciò a tradurre i testi sacri dell'antropologia assieme a Jean Paul Sartre. E che dire degli Editori Tiuniti che reagirono al movimento studentesco cominciando a pubblicare autori in odore di eresia. Insomma, molto era il disordine sotto al cielo e la situazione editoriale era eccellente per tutti. La casa editrice torinese Einaudi apriva nuove collane per pubblicare Malcolm X, Daniel Cohn-Bendit o le analisi dell'organizzazione del lavoro nelle fabbriche di mezzo mondo. Feltrinelli sfornava libri di e sul "movimento"e progettava l'avvio della collana dei testi marxisti (che vergogna per la casa editrice milanese quando decise, anni dopo, di mandarli tutti al macero). Venivano fondate nuove case editrici, come la Samonà Savelli e le edizioni Oriente. Fiorivano cento riviste, oltre alle note "Aut Aut" e "Quaderni piacentini". Tutto questo è testimoniato nella mostra, che si inagurerà lunedì a Roma (Libreria internazionale il Manifesto, ore 18, Via Tomacelli 146). E Dino Audino, Marco Bascetta, Edoarda Masi, Domenico Starnone e Rossana Rossanda discuteranno anche del catalogo bibliografico curato dalla manifestolibri. Infine, per chi ama collezionare libri c'è anche un piccolo mercato dell'usato per i titoli fuori commercio.
www.media68.com | febbraio 1998

 

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