home
CORSI
indice
Netstrike.it

 

Esercitazione di

MARIA TERESA MONNI

 

per il corso di

Teoria e Tecnica della Sceneggiatura Multimediale

Prof. T. Tozzi

 

 

 

Accademia di Belle Arti di Carrara Dipartimento di Arti Multimediali

SOGGETTO

 

Netstrike.it è un sito concepito intorno ad un unico tema, il netstrike. Il netstrike “è una pratica di mobilitazione in Rete che consiste nell’invitare una massa considerevole di utenti possessori di accessi Internet e browser a puntare i propri modem verso uno specifico URL a una precisa ora e ripetutamente in maniera tale da occupare un sito web fino a renderlo inutilizzabile almeno per il tempo della mobilitazione”. L’obbiettivo del sito è quello di fornire un sostegno sostanziale e formale nei confronti di questa forma di protesta telematica. Sostanziale, col suo costituirsi quale bacheca virtuale costantemente aggiornata circa le più urgenti proposte di mobilitazione collettiva emerse fuori dai circuiti telematici o dentro la Rete, in quelli che sono i canali privilegiati di progettazione e diffusione di questo strumento di azione politica, i newsgroups e le mailing-list da parte dei più svariati soggetti. Da questo punto di vista l’intenzione di coloro che si occupano del sito è duplice: nei confronti del bacino “classico” di utenza circa temi di questo tipo, ovvero associazioni, movimenti, individui “attivi” in Rete, lo scopo è quello di consentire loro uno spazio utile per la segnalazione dei loro cortei telematici, e in taluni casi la

“razionalizzazione” delle strategie di intervento, promovendo il confluire delle varie energie verso quello che di volta in volta sembra costituirsi come l’obbiettivo che maggiormente merita attenzione. Come però chiaramente illustra la definizione sopra data di netstrike -attinta da una sezione del sito stesso- l’intenzione è soprattutto quella di estendere la partecipazione al sit in telematico oltre il bacino consueto, anche a quelle realtà, individui che riconoscono magari la correttezza delle ragioni storiche e recenti della lotta in Rete per la creazione di circuiti di informazione indipendente, ma che non svolgono un costante impegno in tal senso, piuttosto decidono di aderire a un netstrike piuttosto che a un altro sulla base dei contenuti che questo di volta in volta assume.  Da ciò il rilievo che in ogni appello assumono le motivazioni, la spiegazione del perché si è deciso di muovere un’azione di “boicottaggio” contro una determinata multinazionale o istituzione, dell’urgenza politica di questo intervento, del perché è opportuno proprio in quel momento agire. E la decisione di ospitare nelle sezioni attigue a quella che ospita l’appello al netstrike le istruzioni utili per rendere concretamente proficua l’adesione al movimento per la costruzione di una cultura telematica libertaria. Quest’ultimo è sì portato avanti da hacker esperti in informatica, che discutono e sperimentano tra loro le migliori strategie per sfruttare le potenzialità offerte dal web, ma è fatto anche da studenti, frequentatori dei centri sociali, obiettori di coscienza, persone coinvolte nel volontariato, per le quali è  necessario allestire un prontuario semplice ed efficace di “istruzioni per l’uso”. Ecco dunque la sezione “Netstrike- come partecipare?” e la sezione “Netstrike-come organizzarlo?”: la prima offre un ventaglio di modalità diverse di partecipazione a seconda del grado di confidenza dell’utente con l’informatica, cerca di “personalizzare” il più possibile le istruzioni al fine di renderle realmente semplici, di coprire cioè tutte le possibili occorrenze nelle quali l’utente si può trovare prevedendo per ciascun browser la procedura più corretta da compiere; la seconda spiega all’utente come divenire egli stesso promotore di un netstrike, che cosa deve contenere l’appello, i termini della conoscenza del sito verso cui è rivolta la mobilitazione, e infine la definizione di un ambito di coordinamento e di relazione sullo svolgimento della protesta. Tutte le pagine del sito terminano poi con il rimando ad una mailing-list per eventuali segnalazioni o ulteriori informazioni, quella del sito www.autistici.org . Un ulteriore argomento, subordinato come i precedenti all’obbiettivo che si è illustrato, e per il quale è prevista una sezione a parte, è quello del “vademecum legale”, ovvero l’illustrazione da parte di avvocati o figure divenute loro malgrado esperte in questo ambito di ciò che occorre sapere qualora si abbia a che fare con un’ispezione da parte della polizia: se la mancanza di una norma specifica rende di fatto non perseguibile colui che esegua un netstrike dall’altra ciò fa sì che la strada sia aperta a varie  interpretazioni giuridico-giudiziarie e che quindi l’autorità giudiziaria riesca a configurare un’ipotesi di reato. Tanto per restare in tema il sito stesso è attualmente oggetto di un sequestro giudiziario da parte della questura di Bologna su richiesta del compartimento della Polizia Postale di Genova: fin dalle prime ore successive al sequestro il sito è risultato però visitabile su diversi mirror. L’utente che si collegasse oggi al sito troverebbe di seguito agli appelli consueti di mobilitazione i comunicati immediatamente successivi al sequestro del gruppo di lavoro di netstrike.it e quello di Isole nella Rete, l’associazione presso il cui server il sito sequestrato aveva trovato ospitalità. Accanto invece è riportato oltre al mirroring in progress del sito presso le differenti realtà che lo ospitano, la rassegna stampa concernente il sequestro, la mail, un link mediante il quale è possibile accedere al sito così com’era prima del sequestro. Su questo noi stiamo incentrando la nostra analisi: alla luce di quello che è occorso poi sarà ancora più semplice chiarire quello che ho definito “sostegno formale” da parte del sito alla pratica del netstrike quale obbiettivo complementare, altrettanto primario dunque, al sostegno concreto che ho terminato di illustrare. Il sito è definito dai promotori stessi sito di informazione per quel che concerne la pratica del netstrike. Ampio spazio è dunque dedicato ad illustrare cosa sia un netstrike, a quali altre forme di protesta collettiva assomigli, da dove nasca, quali obbiettivi si prefigga, cos’abbia finora prodotto. In particolare due sono i luoghi deputati a tale scopo: l’homepage e la sezione dedicata ai netstrike realizzati finora. Entrambe sono concepite come spazi in cui ospitare gli appelli a questa o a quella mobilitazione ma anche comunicati, lettere aperte del gruppo di lavoro del sito come delle associazioni che promuovono la libera espressione politica in Rete, coi quali offrire una corretta informazione riguardo alla natura, allo status giuridico, alle origini del netstrike. Lo scopo è quello di rispondere ad interventi giornalistici o politici diffamatori, che descrivono questa pratica come reato di massa presto punibile a tutti gli effetti, o per denunciare un clima di censura e repressione della libera espressione politica e culturale in Rete. Il netstrike come strumento legittimo e legale di affermazione della libera espressione politica in Rete: il sito nasce per dare piena visibilità alla tesi di coloro che si fanno promotori del netstrike. Se il suo fine è infatti quello di rendere visibile l’esistenza di un dissenso sociale nei confronti di certe questioni, occorre allora diffondere una corretta informazione intorno alla natura di questo disagio e agli obbiettivi che mediante il netstrike i partecipanti al corteo telematico intendono perseguire, al fine di rendere realmente proficuo il risalto mass-mediatico che questa protesta elematica è talvolta in grado di suscitare. Lo strumento privilegiato in tal senso è rappresentato dalla scelta di affidare la descrizione del netstrike a metafore che immediatamente portino la questione sul terreno di ben note e apprezzate forme di protesta simboliche e dimostrative: “La metafora che meglio lo rappresenta è quella di un consistente numero di persone che attraversano una strada su un passaggio pedonale, munite di cartelli e striscioni e che se il loro numero è veramente consistente possono arrivare a bloccare il traffico per un determinato periodo di tempo”. Al netstrike ci si riferirà pertanto attingendo sempre al dizionario della protesta pacifica: corteo, sit in saranno i termini che meglio di altri dovranno essere usati come sinonimi del termine inglese, scelto a sua volta, penso, per sottolineare il carattere mondiale di questo genere di protesta. Del resto il sito ha deciso di fornire sempre una versione inglese del testo, come di segnalare nell’originale versione inglese alcuni appelli. In conclusione, il sito non nasce per la necessità di fare nuovi proseliti –per chi abbia ancora dubbi o intenda affrontare determinate tematiche il sito rimanda ad una mailing-list- quanto quella di rendere coloro che già aderiscono al movimento descritto consapevoli dei mezzi a loro disposizione per trasformare le loro rivendicazioni in qualcosa di tangibile in Rete e quella di rivendicare insieme a loro la legittimità e legalità politica dei questi stessi strumenti. Da rilevare, al proposito, alcuni elementi che possiamo definire di “rafforzamento” di un certo senso di appartenenza ad una comunità, allorché il linguaggio abbandona i toni scarni del messaggio e quelli prosaici dei comunicati per acquisire accenti più lirici, come nel caso del riferimento agli Apache e al loro uso dei colori per la preparazione alla battaglia nella parte conclusiva della home o dell’incipit della sezione di archivio, un invito all’utente ad affidarsi all’immaginazione come la sola che possa fornire una corretta metafora per quella forma di comunicazione libera in Rete che i promotori del sito si prefiggono di costruire.