Lo, SPAZIO ED IL TEMPO COME MOMENTI FONDANTI LA REALTà DELL’ARTE

(Di Enrico Pedrini)

Il concetto di spazio e di tempo sono così basilari per la nostra descrizione dei fenomeni naturali, che la loro radicale modificazione, comporta indubbiamente una modificazione dell’intero sistema di riferimenti che noi usiamo in Fisica per descrivere la natura ed in Arte per organizzare una nuova visione del mondo.

Quando nel 1905 appare la teoria di Einstein della Relatività Ristretta, dove il concetto di spazio e quello di tempo sono intimamente ed inscindibilmente connessi, sì da formare un continuo quadridimensionale chiamato “spazio-tempo” (detto anche cronotropo), le idee classiche di uno spazio assoluto e di un tempo assoluto vengono radicalmente mutate e poi abbandonate.

Secondo la teoria di Einstein, tanto lo spazio quanto il tempo sono concetti relativi, ridotti al ruolo soggettivo di elementi del linguaggio che un particolare osservatore usa per descrivere fenomeni naturali. D’ora in poi non potremo più parlare di spazio senza parlare anche di tempo e viceversa.I cubisti, i futuristi e i dadaisti conoscevano certamente questi studi, o perlomeno respiravano il nuovo clima che la fisica andava elaborando.

La Teoria della Relatività metteva in questione la stabilità di tutte le forme spazialmente estese, sostenendo che i corpi cambiano la loro forma, quando si muovono, rispetto ad un sistema di riferimento fisso. Un corpo rigido, che ha la forma di una sfera quando è visto in stato di quiete, comincerà ad assumere una forma ellissoidale, quando è osservato in movimento;

La teoria generale della relatività demolisce il senso convenzionale di stabilità dell’intero universo materiale. Secondo Einstein ogni frammento di materia nell’universo genera una forma gravitazionale che accelera tutti i corpi materiali nel suo campo e modifica la loro dimensione visibile: non ci sono più corpi rigidi.