Hacktivism. La libertà nelle maglie della rete
di A. Di Corinto e T.Tozzi |
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3.2.1.
Cibernetica, reti neurali, intelligenza e vita artificiale. |
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Stava
dunque nascendo in quel periodo nella scienza un ambito di ricerca
che oltre a affrontare il problema della retroazione (quello che
grossolanamente può essere definito un dialogo tra le varie parti
del sistema), indagherà sulle analogie tra i meccanismi della mente
umana e quelli del computer. In seguito si svilupperà un tentativo
di costruire computer basati su reti neurali, ovvero su sistemi
analoghi al modo in cui funziona il sistema neuronale dell'uomo.
E il sistema neuronale è una rete distribuita di neuroni. Una rete
molto simile a quel modello di rete che è Internet. Le
ricerche della scienza stavano ponendo le riflessioni teoriche alla
base della costruzione di un modello di comunicazione sociale (Internet)
che simulava il modello di comunicazione tra le parti di un organismo
vivente. Come già è più volte avvenuto nel passato, la natura è
l'esempio tangibile cui rifarsi per modellare l'organizzazione sociale
di gruppi umani 2, così come la realizzazione
di una tecnologia. Così come avvenne nel settecento per le macchine
antropomorfe 3, l'immaginario legato
alle nuove tecnologie si popolò di robot e cyborg da una parte visti
come strumenti al servizio dell'uomo, dall'altra come nuovi organismi
in grado di minacciare l'umanità 4. Nel
1953 sempre Shannon pubblica "Computer e automi" in cui
sono formulate molte delle domande successive dell'IA. Shannon prenderà
nel 1953 due assistenti di laboratorio di nome J. McCarthy e M.
Minsky. McCarthy e Minsky parteciperanno nel 1956 ad una conferenza
al Dartmouth College finanziata dalla Fondazione Rockfeller che
sarà l'inizio delle ricerche sull'Intelligenza Artificiale. Sarà
McCarthy il primo a utilizzare il termine "intelligenza artificiale"
nel 1956. Successivamente McCarthy e Minsky fonderanno il dipartimento
di Intelligenza Artificiale al MIT. Sarà intorno ad essi, ed in
particolare a Minsky che si riunirà un gruppo di studenti che vengono
riconosciuti come i primi hackers e che con la loro filosofia e
il loro appassionato lavoro di programmazione getteranno le basi
per l'informatica che conosciamo oggi (Levy S., 1996a). |
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