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Hacktivism. La libertà nelle maglie della rete

 

di A. Di Corinto e T.Tozzi

 

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3.4.1. Le Prime Comunità Virtuali di Base

 

La possibilità di creare aggregazioni tra una moltitudine di soggetti all'interno di comunità virtuali di base è dunque stato un ingrediente essenziale per la nascita dell'hacktivism.

Senza le prime lotte, ricerche, "sbattimenti" e felici riunioni negli anni settanta, non si sarebbe sviluppata non solo certa tecnologia, ma soprattutto una certa attitudine a pensare le comunità virtuali come il luogo per "diffondere la tecnologia e i saperi al popolo".

 

Ted nelson

 

All'inizio degli anni Sessanta T. Nelson inizia a realizzare il progetto Memex di V. Bush. Nel 1965 T. Nelson definisce il suo progetto "ipertesto" nel testo "Literary Machines" in cui dichiara "che per 'ipertesto' si intende un testo scritto in maniera non sequenziale che si dirama e fornisce opzioni al lettore, meglio se letto su di uno schermo interattivo." All'inizio degli anni settanta T. Nelson è uno dei partecipanti delle riunioni della rivista People Computer Company e nel 1974 pubblica Computer Lib/Dream Machine, un libro autoprodotto in cui tra le altre cose si legge: "il potere dei computer al popolo!".

Da ideatore del progetto di lettura e scrittura ipertestuale dei saperi Nelson negli anni settanta giungerà ad essere uno degli attivisti che cercheranno di realizzare quei modelli comunitari che negli anni sessanta rimanevano utopie o semplici progetti.

Nel 1981 T. Nelson progetta Xanadu. Xanadu, prevede una base dati di tutta la letteratura mondiale, comprendente qualsiasi cosa venga scritta da chiunque. I lettori sarebbero in grado di accedere ai documenti e il sistema addebiterebbe automaticamente ai richiedenti una piccola quantità di denaro accreditandola all'autore. Xanadu è il più vecchio progetto software del mondo che non abbia ancora generato un prodotto a disposizione del pubblico.

 

La People's Computer Company e Bob Albrecht

 

Dal 1972 un'organizzazione cercava di mettere i computer a disposizione delle persone; era la People's Computer Company (PCC) di Bob Albrecht.

Bob Albrecht aveva partecipato alla Midpeninsula Free University che era a san Francisco un'incarnazione dell'attitudine al fai-da-te con persone come T. Leary, McCarthy, ....

Inoltre Albrecht era stato coinvolto nel Dipartimento per l'Educazione Informatica mandato avanti da una fondazione senza scopo di lucro chiamata Portola Institute che avrebbe dato vita in seguito al Whole Earth Catalogue.

La People's Computer Company (che malgrado il nome non era un'impresa commerciale ma piuttosto un'organizzazione no profit), aveva legami con altre diramazioni della controcultura degli anni sessanta e ne sosteneva il principio generale del Power to the People (i movimenti in difesa della libertà di parola, dell'ambiente e degli animali e per il progresso della condizione delle donne e degli omosessuali avevano un forte seguito nella Bay Area).

Il fondatore della PCC, Bob Albrecht, promosse l'uso del computer nella lotta contro i poteri burocratici dell'epoca. Sulla copertina del primo numero della rivista People's Computer Company (ottobre 1972) si afferma esplicitamente la necessità di usare i computer per liberare le persone mentre gli articoli fornivano una chiara descrizione della computer revolution. C'era scritto: "I computer perlopiù vengono usati contro le persone, invece che a loro favore. Usati per controllarle invece di LIBERARLE. È il momento di cambiare tutto ciò -abbiamo bisogno di una People's Computer Company" (Levy S., 1996a, p. 172).

In quel periodo Albrecht è citato nella Saturday Review mentre afferma che "vuole creare Computer Center di quartiere che siano accessibili a tutti".

In seguito, Albrecht si trasferì dal gruppo della Pcc all'Homebrew Computer Group a cui partecipa fin dalla riunione iniziale nel 1975.

 

Il Collettivo Resource One e il Community Memory Project

 

Nel 1971 L. Felsenstein prende un computer e conosce quelli del Collettivo Resource One di San Francisco che "credevano che gli strumenti tecnologici potessero diventare strumenti di cambiamento sociale una volta che fossero controllati dal popolo". L. Felsenstein va ad abitare nella stanza dove viene tenuto il computer XDS-940 che il gruppo Resource One si fa dare e che è destinato a raccogliere elenchi di indirizzi alternativi per un progetto sociale di alfabetizzazione informatica e di controinformazione. Tale progetto, avviato nel 1971, è il Community Memory Project. E' "il primo progetto di telematica sociale del mondo (...) che consisteva nel mettere a disposizione nelle strade e in luoghi ad alta frequentazione giovanile dei terminali di computer collegati in rete a un grosso sistema, regalato dall'università perché obsoleto" (Guarneri, 1999, pag.61). E' una sorta di enorme bacheca on-line (BBS) a cui tutti potevano accedere liberamente per scambiarsi messaggi, ma è anche un database per raccogliere i saperi della comunità. L. Felsenstein è uno dei suoi fondatori.

Nel 1973 Efrem Lipkin ipotizza che il computer del Resource One possa essere portato per strada. E quindi il gruppo Community Memory realizza a san Francisco il Community Memory Project che secondo il volantino distribuito era "un sistema di comunicazione che educava la gente a prendere contatto con gli altri sulla base di interessi condivisi, senza dover sottostare al giudizio di una terza parte" (Levy S., 1996a, p. 156). Si potevano inserire liberamente inserzioni e messaggistica, al punto che alcuni iniziano ad usare il mezzo per scrivervi messaggi creativi. E' dunque il primo esempio di BBS aperta, senza censure, ai contributi di chiunque. Il Community Memory è un precursore di quel modello di comunità virtuali di cui il già citato The Well sarà il primo esempio significativo. Per altri può essere invece definito come il primo embrione di rete civica. Il primo terminale viene installato a Berkeley in agosto, nel negozio di dischi Leopold, all'interno una scatola di cartone che lo proteggeva da caffè e sigarette.

 

Lee Felsenstein

 

L. Felsenstein è uno dei protagonisti del movimento hacker e della telematica sociale. Studente alla University of California di Berkeley, nel 1964, espulso da un centro di ricerca della NASA a causa del padre comunista, L. Felsenstein si unisce al movimento studentesco di Berkeley aderendo al Free Speech Movement. Progetta anche un attrezzo che è allo stesso tempo un megafono e una mazza per difendersi dai poliziotti. Nel 1968 L. Felsenstein entra a far parte del Berkeley Barb in qualità di "redattore militare". Scrive articoli politici rivoluzionari, nei quali afferma che: "la rivoluzione non può essere fatta da un manipolo di cospiratori che mormorano intorno a una candela in un seminterrato distrutto. Essa richiede infiniti approvvigionamenti, macchine e armi moderne (...) deve esserci lealtà (...) e un'organizzazione superlativa".

L. Felsenstein crede che i computer distribuiti alle persone "avrebbero diffuso l'etica hacker nella società dando alle persone non solo il potere sulle macchine, ma anche sugli oppressori politici". "Felsenstein teorizza la necessità di attivare sempre più reti comunicative. Reti che devono essere concepite sul modello rizomatico. L'intento di Felsenstein è mirato alla costruzione di un'etica specificatamente hacker, che guidi l'azione di ogni gruppo nella propria pratica. In questo senso si sta oggi impegnando, lavorando nell'organizzazione di convegni che tentino di focalizzare sempre più l'obbiettivo di una società dove la macchina venga messa al servizio dell'uomo e della sua liberazione" (Scelsi, 1990, pag. 24-25).

 

L. Felsenstein collabora fin dal 1972 con la rivista People's Computer Company. Il suo obbiettivo è quello di permettere a tutti di "mettere le mani" su un computer e per tale motivo è tra i promotori della nascita dei "personal" computer. Nel 1974 inizia il progetto di un PC che chiama Tom Swift Terminal, ma viene preceduto dall'uscita dell'Altair 8800, il primo PC della storia. Felsestein dunque non realizzerà mai il suo progetto.

Nel 1975 L. Felsenstein partecipa alla riunione iniziale dell'Homebrew Computer Club e ne diventa in seguito il moderatore. Quindi inizia a pubblicare il Journal of Community Communication che prosegue le intenzioni del Community Memory.

Nel 1976 B. Marsh e L. Felsenstein progettano il Sol, ovvero il primo terminale intelligente che avrebbe permesso di portare i computer nelle case della gente.

Nei suoi progetti Felsestein prevede il riutilizzo di materiali di recupero accessibili a tutti, come ad esempio un bidone della spazzatura, per evitare la trappola di dover "dipendere" da tecnologie costose e dai loro eventuali proprietari.

 

Nel 1977 Felsenstein progetta il PC Osborne I che ha un gran successo. Felsenstein userà gran parte dei soldi ricavati per finanziare le attività del Community Memory. Ma poco dopo il CM va in crisi.

E' su iniziativa di Felsenstein che nasce in seguito The Hacker's League 12.

 

L'Homebrew Computer Club

 

Nel marzo del 1975 F. Moore e G. French fondano l'Homebrew Computer Club con lo scopo di creare un punto di riunione tra utenti interessati a scambiare pezzi di hardware, idee, programmi, informazioni e progetti per costruire un computer come l'Altair 8800. Entrambi erano attivi nella PCC. Affissero a una bacheca questo avviso: "Gruppi di utenti di computer amatoriali Homebrew Computer Club... o chiamalo come vuoi. Stai costruendo il tuo computer? Un terminale? Una telescrivente? Dispositivi di i/o (input/output)? Oppure altre misteriose scatole magiche digitali? Oppure stai comprando il tempo di un sistema time-sharing? Se è così, potresti partecipare a una riunione di persone con interessi simili ai tuoi. Scambiare informazioni, barattare idee, lavorare insieme su un progetto, e qualsiasi altra cosa..." (Levy S., 1996a, pag. 203).

Alla riunione iniziale dell'Homebrew Computer Club partecipano S. Wozniak (che costruirà il primo computer Apple), L. Felsenstein. B. Albrecht, S. Dompier e un'altra trentina di persone.

F. Moore lavorava per la condivisione di idee ed esperienze nell'H.C.C. e fa partire a questo scopo anche una newsletter dell'H.C.C..

L'Homebrew Computer Club fu "un'associazione di libero scambio di informazioni dalla quale uscirono venticinque tra le prime società d'informatica della Silicon Valley. (...) Dopo quattro riunioni il gruppo si era già esteso a più di cento persone." L. Felsenstein alle riunioni dell'HCC divide gli interventi in una fase di mapping (in cui ogni relatore presenta ciò che sta facendo) ed in una fase ad accesso casuale (un dibattito in cui il resto della platea contribuisce liberamente con domande, pareri, e riflessioni basate su altri esperimenti personali). Durante il mapping si viene a conoscenza di segreti industriali e l'informazione viene condivisa. "Il risultato era un flusso di competenze che potevano liberamente incrociarsi" (Guarneri, 1999, pag.60).

"Le invenzioni di quel periodo non potevano mai essere attribuite a un singolo inventore, ma erano sempre espressione dell'intuizione del singolo, corretto, emendato, consigliato, spesse volte in punti centrali, dall'intera collettività della comunità informatica. Oggi Minsky ricorda con nostalgia quel periodo, perché proprio grazie a quel tipo particolare di atmosfera divenne possibile creare le condizioni necessarie affinché nascesse il cuore pulsante della Silicon Valley, questo sì miracolo dell'economia americana (Scelsi, 1994, pag. 35).

E' un membro dell'H.C.C., S. Dompier, che fa suonare per la prima volta un Altair 8800.

Nel 1975 D. Sokol dell'H.C.C. riproduce gli schemi del chip dell'Atari con cui sarà lanciato il gioco Pong e li distribuisce all'H.C.C.

P. Allen e B. Gates (che a quel tempo faceva parte dell'Homebrew Computer Club) scrivono il Basic per l'Altair all'inizio del 1975. A giugno del 1975 "qualcuno" e D. Sokol del HCC lo sottraggono di nascosto a un meeting, lo duplicano e lo distribuiscono liberamente in quanto considerato troppo caro. In seguito a ciò, B. Gates scrive la Lettera Aperta sulla Pirateria in cui attacca apertamente la copia non autorizzata. La lettera verrà riportata sul bollettino di febbraio del 1976 dell'Homebrew Computer Club. L'argomentazione principale di Gates contro la diffusione incontrollata dei programmi è che questa pratica scoraggia i programmatori, rendendo meno remunerativa la realizzazione dei loro prodotti.  Riceve critiche negative un po' generali. Inoltre nel frattempo il Basic da lui scritto viene diffuso gratuitamente nel mondo dagli hackers e lui diventa dunque il referente per gli aggiornamenti di un software molto diffuso.

D. Allison scrive una versione del Tiny Basic per Altair e rende il codice pubblico attraverso un articolo su PCC come progetto partecipativo. Gli hackers iniziano a migliorarlo e diffonderlo. Da quell'articolo nascerà il presupposto per la fondazione della rivista Dr. Dobbs Journal che si sarebbe occupata di "software gratis o molto economico", in chiaro antagonismo con la lettera di B. Gates come verrà dichiarato nel primo numero. Secondo J. Warren, il suo direttore (per conto di PCC), la rivista era un "mezzo di comunicazione e di agitazione intellettuale". J. Warren usava o la rivista oppure le riunioni dell'HCC per diffondere le novità su hardware e software. (...) T. Pittman in polemica con B. Gates scrive il Tiny Basic per il Motorola 6800 e lo vende sulla rivista Byte a 5 dollari. Ottiene consensi e la gente gli spedisce i soldi anche dopo aver ottenuto il software copiandolo da un amico. (...) Nel 1975 L'HCC apre un servizio di Call Computer che permette a due persone che hanno un terminale a casa di collegarsi a un mainframe per chattare. S. Wozniak hackera tale sistema. (...) S. Wozniac conosce J. Draper "Captain Crunch" al HCC (Levy S., 1996a, pag. 236).

A metà degli anni settanta l'azienda Processor Tecnology di B. Marsh (per cui lavorò anche L. Felsenstein) distribuiva il software gratis e dava lo stesso stipendio a tutti i dipendenti.

Nel 1976 S. Wozniac progetta il personal computer Apple I grazie anche all'aiuto ottenuto all'HCC e con S. Jobs fonda la Apple Company. Negli annunci pubblicitari dicono: "la nostra filosofia è fornire software per le nostre macchine gratuitamente o a un costo minimo" (Levy S., 1996a, pag. 256-258). Il prezzo è di 666 dollari e 66. I diagrammi di costruzione, fin nei minimi dettagli di progettazione sono liberamente consultabili, e assieme al computer viene distribuito gratuitamente l'interprete Basic scritto dallo stesso Wozniack (Gubitosa, 1998).

In un'intervista televisiva Wozniac descrivendo gli anni settanta dice: "eravamo tutti hackers, eravamo sempre alla ricerca di password o di altre informazioni che non dovevamo sapere. La maggior parte della gente in gamba nel ramo dei computer ha iniziato in questo modo" (Scelsi, 1990, pag. 115).

Nel 1977 S. Jobs e S. Wozniac presentano l'Apple II per la prima volta alla First Annual West Coast Computer Faire organizzata da J. Warren che segna il punto di incontro tra l'ambiente hacker e quello commerciale. La fiera è un successo di affluenza di pubblico. E' co-sponsorizzata dall'HCC, dalla SCCS, dalla PCC e dal CC e altri. Si tengono quasi cento seminari tra cui quello di Felsenstein sul Community Memory e di T. Nelson. Nelson gridava: "l'IBM andrà in casino".

A luglio del 1980 Bill Gates viene contattato dall'IBM. A questo incontro ne seguirà un secondo, un mese più tardi, durante il quale Gates firma un contratto di consulenza con IBM per la realizzazione di un sistema operativo da utilizzare per i futuri PC IBM. Ad agosto Gates acquista dalla Seattle Computer Products per una manciata di dollari un sistema operativo "veloce e sporco", il Q-Dos, "Quick and Dirt Operating System", che sarà la base del futuro MS- DOS, destinato a diventare uno standard nell'ambito dei personal computer grazie alla potenza economica di IBM e al senso degli affari di Bill Gates. Gates ottiene da Tim Patterson, che aveva realizzato il Q-Dos, un accordo di licenza non esclusivo, che prevedeva la possibilità di rivendere il prodotto. In seguito Microsoft chiuderà il cerchio comprando tutti i diritti della Seattle Computer Products, assumendo alle sue dipendenze lo stesso Patterson (Scelsi, 1994, pag. 36).

 

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