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Hacktivism. La libertà nelle maglie della rete

 

di A. Di Corinto e T.Tozzi

 

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3.4.4. Codici, Crittografia e Cypherpunk

 

Uno dei mezzi più efficaci per proteggere i dati è l'uso di codici. Negli anni ottanta nasce una sorta di controcultura di programmatori, i cypher-punk, che vuole consentire ai cittadini comuni di usare la codifica e la decodifica per difendere i propri dati, così come per rendere pubbliche le informazioni che vengono mantenute riservate o protette dal copyright da alcuni e che invece potrebbero essere un prezioso bene collettivo per l'umanità.

"A Cypherpunk's Manifesto" del 1993 riassume gli obiettvi del movimento cypherpunk, fondato da J. Gilmore, T. May ed E. Hughes: "Dobbiamo difendere la nostra privacy, se vogliamo averne una. Dobbiamo unire le nostre forze e creare sistemi che permettano lo svolgersi di transazioni anonime. Da secoli la gente difende la propria privacy con sussurri al buio, buste, porte chiuse, strette di mano segrete e corrieri. Le tecnologie del passato non permettevano una forte privacy, ma le tecnologie elettroniche sì. Noi cypherpunk siamo votati alla costruzione di sistemi di anonimato. Noi difendiamo la nostra privacy con la crittogiafia, con sistemi di invio di posta anonimi, con firme digitali e con il denaro elettronico" (Himanen, 2001, pag. 83).

E' sempre attraverso le parole di T. may che si può capire anche l'altro approccio che il movimento cypherpunk ha verso l'uso della crittografia: "Proprio come un'invenzione apparentemente minore, il filo spinato che ha reso possibile il recintare vasti ranch e fattorie, alterando così per sempre il concetto di terra e i diritti di proprietà, così anche la scoperta apparentemente minore di una branca arcana della matematica [la crittografia, n.d.a.] diventerà come le cesoie da metallo che smantelleranno il filo spinato attorno alla proprietà intellettuale" (May, 1992).

 

Nel 1967 D. Kahn scrive "The Codebreakers", un libro sui sistemi e la storia della crittografia che avrà un forte peso sul suo sviluppo futuro.

Nel 1975 W. Diffie inventa la crittografia a "chiave pubblica".

A maggio del 1976 W. Diffie e M. Hellman annunciano l'invenzione del sistema crittografico denominato a "doppia chiave" che permette l'uso di una "firma digitale" e mina il potere nel settore della National Security Agency (NSA). Hellman e Diffie sviluppano le loro teorie alla Stanford University, all'interno del laboratorio di intelligenza artificiale guidato da J. McCarty, ovvero da colui che insieme a Minsky aveva creato al MIT l'ambiente in cui sono nati i primi hackers. .

Nel 1977 viene inventato il sistema di crittografia RSA e Zimmermann sviluppa le sue prime idee sulla costruzione del PGP.

Nel 1978 R. Rivest, A. Shamir e L. Adleman, tre giovani professori del MIT, sviluppano la prima applicazione pratica basata sulle tecniche di crittografia a doppia chiave.

Nel 1984 P. Zimmermann inizia a lavorare per realizzare il progetto di PGP.

Nel 1986 P. Zimmermann implementa il RSA.

Nella primavera dello stesso anno viene pubblicato l'articolo "Encryption & the dossier society" di T. Athanasiou & staff (Athanasiou, 1986). L'articolo denuncia i pericoli di invasività nella privacy delle persone a causa delle nuove tecnologie e dello scambio commerciale di dossier contenenti dati personali degli individui. Vengono elencati nomi delle società americane che fanno affari in tal senso. Viene quindi fatta una storia della crittografia e presentata tale materia in relazione alla possibilità sia di proteggere che di sproteggere i dati elettronici.

Nel 1988 T. May scrive il "Crypto Anarchist Manifesto" (May, 1996a, pag. 237), distribuendolo alla conferenza "Crypto 88" e alla "Hacker conference", e un testo introduttivo al Blacknet (May, 1996b, pag. 185-205).

Lo stesso anno S. Levy scrive un testo sui "Crypto Rebels" (Levy, 1996b, pag. 241-243).

Nel 1991 P. Zimmermann a giugno realizza e distribuisce gratuitamente negli Stati Uniti la prima release del programma PGP (Pretty Good Privacy) che si basa sulle tecniche di crittografia a "doppia chiave". Per la sua realizzazione Zimmermann viene accusato dagli Stati Uniti di esportazione illegale di strumenti crittografici.

Nel 1992 viene organizzato il primo meeting fisico dei cypherpunk, organizzato da T. May e E. Hughes (Ludlow, 1996, pag. 198).

Nel 1996 l'accusa a Zimmermann di esportazione illegale per la realizzazione di PGP, viene ritirata.

 

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