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LA NORMALIZZAZIONE DEL SOFTWARE

Negli ultimi trent’anni la tecnologia digitale ha invaso ogni angolo della vita degli uomini, questo ha portato alla nascita di nuovi problemi e nuovi diritti. Data l’importanza del settore, se pensiamo che ormai niente è fatto senza l’ausilio della tecnologia, c’è stato bisogno di regolamentarlo. Naturalmente è in questo momento che si sono poste le basi per l’attuale situazione: le nuove tecnologie, sia per l’importanza strategica rispetto all’informazione sia per l’importanza economica, erano oggetto dell’interesse delle grandi industrie, da qui la nascita di una regolamentazione a loro tutela. Infatti ormai è superfluo affermare che le grandi ditte riescono tramite il loro potere economico ad influenzare le scelte dei poteri pubblici; in relazione alla normalizzazione del diritto nel campo della tutela del software hanno giocato un ruolo essenziale le lobbies (“convergenza temporanea di interessi difformi, tesi al realizzo di determinati obiettivi”). Il loro influsso è totale grazie alla strategia con cui operano: da una parte per la formazione delle leggi e dall’altra creando un consenso sociale diffuso intorno alle scelte da operare. Per agire meglio, sulla base delle lobbies, sono nati dei veri e propri organismi quali la BSA, l’ASSOFT o la SPA. Ad ogni modo per fronteggiare quest’ultime sono nate associazioni a carattere garantista quali la League for Programming Freedom, la Free Software Foundation o l’Electronic Frontier Foundation.
Negli anni ’80 si ha il risultato di tutto questo che sfocia nel fatto di includere il software nella tutela relativa al diritto d’autore e non più in quella del brevetto. Per comprendere meglio tutto questo è necessario partire da più lontano, per cui rimando alla sezione successiva - Software da ieri ad oggi.

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