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una CRITICA ALLA TUTELA DEL SOFTWARE

Prima di iniziare a svolgere questo argomento è utile sapere che cosa si intende, in linea di massima, per software libero e software proprietario. Il software libero è quello distribuito in modo che chiunque possa utilizzarlo, copiarlo, distribuirlo, in forma modificata o meno, gratis o a pagamento. Ciò significa che il codice sorgente deve essere disponibile. Il software proprietario invece è quello né libero ne semilibero, il cui utilizzo, ridistribuzione o modifica, sono vietati senza autorizzazione o sottoposti a tali vincoli che ne impediscono, di fatto, l’utilizzo (Queste definizioni sono state tratte dall’appendice nel libro “Hacktivism, La libertà nelle maglie della rete”. Per dovere di correttezza devo ricordare che la separazione tra i due tipi di software citata sopra non è così netta: in primo luogo vi sono diverse categorie e sottocategorie di software, in secondo luogo non vi è unanimità nelle definizioni, per esempio la classificazione che viene fatta nel libro citato sopra non corrisponde a quella che fa la Free Software Foundation. Comunque per una maggiore informazione sul tema rimando alla scheda CLASSIFICAZIONE DEL SOFTWARE LIBERO E NON dove riporto tutta l’appendice del libro).
La discussione sul software si sviluppa su due livelli differenti: da una parte tutto il dibattito sul fatto che debba essere libero o meno, per i diritti connessi al copyright e dall’altra sulla ragion d’essere della sua brevettabilità.


 

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